L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Anno edizione: 2012
Promo attive (0)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Da una parte, è sempre piacevole (ovviamente per me) leggere Odifreddi, quindi anche questa breve opera mi è parsa interessante in molti punti. Dall'altra, a parte il prezzo veramente fuori dal sistema solare, non ho ben capito che tipo di libro sia: non è una biografia, non è certo esaustivo sull'argomento Galileo (troppo breve), non è il racconto del processo, nulla di nuovo sul dibattito tra scienza e fede. Il problema è che non so cos'è: strutturalmente sembra la storia del passaggio dalla teoria geocentrica a quella eliocentrica, da Copernico e Keplero a Newton, passando per Galileo. L'argomento non è certo nuovo, e probabilmente esistono opere più complete ed esaustive. L'autore, forse involontariamente, fa emergere i molti errori scientifici commessi da Galileo, più che i meriti. Però lo definisce il più grande scienziato esistito, anche se poi pare che Newton sia stato più grande e meriterà un libro dedicato in futuro. Quindi, anche se piacevole, non è un'opera fondamentale. Come il precedente breve libro su Darwin, è il pensiero di Odifreddi sull'opera importante di due scienziati del passato. Ma è solo un aperitivo: la fame rimane.
La religione è (almeno) l'espressione di una necessità piscologica dell'uomo, come è testimoniato dal fatto che in OGNI angolo del pianeta e in OGNI momento storico l'uomo ha professato una qualche forma di culto. Se vogliamo far progredire la Scienza - sono un ignegnere, non potrei essere più favorevole di così - e se vogliamo far crescere la consapevolezza (che ha comunque un prezzo) dell'umana gente sulle leggi che governano la vita sul pianeta, non credo vi sia il bisogno di ricorrere continuamente all'anticlericalismo da salotto radical chic, tra l'altro fregando dalle tasche dei lettori tanti soldini per leggere sempre la stessa solfa. Perchè non prendersela con la superstizione, forma insinuosa di pseudoreligiosità, che atttanaglia le menti persino dei Capi di Stato delle grandi nazioni occidentali? Odifreddi è troppo astioso e ripetitivo, però ha capito che scrivendo sempre le stesse cose il pubblico degli affezionati si precipita in libreria... io non vado a messa da vent'anni, ma non perdo tempo a discutere (per cosa, poi?) con chi, professando la fede, certo non danneggia me, ne nessun altro. E se vengo a sapere che leggete i libri di costui, poi, magari, siete superstiziosi...
"De gustibus non disputantum est". C'è chi "ama" il personaggio Odifreddi,e c'è chi "odia"il personaggio Odifreddi,come detto i gusti (anche quelli letterali) non sono materia di disputa. Io adoro l'uomo,il matematico,lo scienziato Odifreddi,soprattutto per quello che pensa e scrive sulla chiesa e sulla religione. Sono daccordo con lui al 101x100,quindi il massimo dei voti a questo libricino che ha l'unico difetto di essere troppo breve (solo 130 paginette lette in un paio di ore)
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
«Maledetto sia Copernico! Ha rovinato l'umanità, irrimediabilmente. Ormai noi tutti ci siamo poco a poco adattati alla nuova concezione dell'infinita nostra piccolezza, a considerarci anzi men che niente nell'universo».
è Pirandello, ne Il fu Mattia Pascal, a esprimere con tanta poetica veemenza l'impatto della rivoluzione copernicana sull'uomo. Questo lento adattamento all'idea che la terra non sia il centro dell'universo, ma che sia solo uno dei tanti corpi celesti in continuo movimento, insieme alla lenta battaglia che questa idea ha dovuto intraprendere per potersi affermare, è al centro di questo prezioso saggio di Piergiorgio Odifreddi. Il Matematico impertinente, da anni impegnato a difendere le nuove "eresie" della scienza contemporanea, dopo aver confutato le ragioni contenute nei Vangeli ed aver descritto la vita del padre dell'evoluzionismo, anche lui avversato dalla Chiesa, Charles Darwin (In principio era Darwin, Longanesi, 2009), si concentra ora sul pensiero di Galileo Galilei, scienziato, matematico, filosofo e letterato.
La lunga e appassionante vicenda descritta in queste pagine, scritte come al solito con tono colloquiale e grande capacità divulgativa, riguarda la maldestra autodifesa di un uomo che, contro ogni evidenza scientifica e negando le sue stesse scoperte, tenta di salvare la sua vita.
Già prima di Galileo, l'astrologo polacco Niccolò Copernico aveva formulato la teoria eliocentrica, confutando le affermazioni contenute nella Bibbia e dando l'avvio a una vera e propria rivoluzione. Strenuo difensore della teoria copernicana, il frate domenicano Giordano Bruno, pur avendo utilizzato solo deboli motivazioni filosofiche, venne presto accusato di eresia dalla Santa Inquisizione. Il 17 febbraio del 1600 Giordano Bruno bruciò sul rogo a Campo dei Fiori a Roma per volontà dell'inquisitore gesuita Roberto Bellarmino: il monaco non abiurò mai.
Negli stessi anni Galileo Galilei osservava il cielo con uno strumento innovativo e ancora sconosciuto, il cannocchiale, e pubblicava in diverse opere, tra cui il famoso Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, i risultati delle sue osservazioni. Questa volta non è la filosofia ma la scienza, a confutare la dottrina della Chiesa, attraverso l'utilizzo del metodo sperimentale. Bastò che Galileo indagasse sulle questioni celesti perché il Sant'Uffizio emanasse il primo ammonimento, nel 1616, a che lo scienziato pisano cessasse di scrutare il cielo. Come testimonia Odifreddi attraverso l'esame attento delle sue opere, Galileo fece di tutto per ignorare le evidenze empiriche a cui le sue ricerche conducevano: con la forza della disperazione cercò di negare che la terra si muove e che insieme a lei si muovono anche gli altri pianeti, seguendo orbite precise e calcolabili.
Ma a nulla valsero gli sforzi dello scienziato. Costretto a premettere la fallacia del ragionamento di Copernico in ogni suo opera, Galileo venne comunque processato dalla Santa Inquisizione il 12 giugno 1633. Quel giorno il pisano pronunciò un discorso tristemente noto in cui "abiura, maledice e detesta i suddetti errori ed eresie". La vita è salva, ma, come gli fa dire Bertold Brecht nell'opera teatrale Vita di Galileo, "Ho tradito la mia professione".
Malgrado l'abiura, gli scritti di Galileo continueranno a influenzare gli scienziati di tutto il mondo. Alla sua morte, prima Newton e poi, nell'Ottocento, Foucault dimostrarono senza ombra di dubbio il movimento di rotazione e di rivoluzione terrestre, al punto che la Chiesa riformata dal Concilio Vaticano II non poté più ignorare la questione. Critica e sferzante, come al solito, l'opinione di Piergiorgio Odifreddi relativa alla riabilitazione forzosa e incerta che la Pontificia Accademia delle Scienze ha dichiarato nel 1992 nei confronti di Copernico, Keplero e Galileo. Discutibile l'operato della Santa Sede, come discutibile è il dibattimento di un processo mai concluso.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore