L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +10 punti
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (0)
Bellissimo film ambientato e girato nella Venezia meno visibile al turismo.
Atipico per essere un made in Italy, possiede il respiro del prodotto internazionale pur conservando una delicatezza di toni e una semplicità di confezione davvero encomiabili. Una storia d'amore che si dipana nei dieci inverni del titolo, che riutilizza la lezione di "Harry ti presento Sally" declinandola in un mood malinconico e intimista. La sceneggiatura nella parte finale si fa semplicistica e forzata ma colpisce la regia dell'esordiente Mieli, attenta alle sfumature dei suoi personaggi, interpretati dai bravissimi Riondino e Ragonese. A suo modo coraggioso, un film che dà nuova speranza al cinema italiano. Mi è piaciuto molto, recitato bene e molto realistico. In qualche modo fa sognare e ci si ritrova a ripensare a cosa e chi abbiamo lasciato andare lungo la strada
E' un film davvero, di stampo,"minimalista" nei contenuti oggettivi che la storia racconta, via gli orpelli,l' aggettivizzazione,il commento, ma con la pretesa di rappresentazione del mondo russo e universitario veneziano data da un trasferta grandiosa che rimane in superficie e non si addentra nel parallelismo che il romanzo, invece, e molto bene, racconta. Come possano conciliarsi le due cose in un contesto di specifico filmico non saprei e forse non lo sanno neppure gli autori, o meglio, i traduttori in immagini, appunto, del romanzo. Non lo sanno pur avendone la paternita' dello scritto : infatti. Il problema e' tutto li' e non ve ne sono altri. Se si fosse anteposto il tema : "liberamente tratto", non ci sarebbe stato nulla da dire. Da un' idea puo' nascere un' opera del tutto diversa che incardina le sue radici nell' anima di un altra opera. Possibilita', come dire, bizzarra in considerazione della stessa paternita' filmica e di scrittura delle due opere. Comunque. In buona sostanza il film racconta il decantare, lento, appunto, di dieci anni, dei sentimenti di due studenti, i quali approdano ad una forma adulta e consapevole degli stessi dopo : errori fatali, valutativi, deduttivi e cosi' via. E nulla si addice meglio alla scrittura quanto un analisi descrittiva di tali argomenti, cosa che l' arte filmica, a mio avviso, solo in alcuni casi riesce con completezza esecutiva. Quindi lasciamo i libri sul comodino o sullo scaffale e non portiamoli sul set. Woody Allen in "Manhattan" ci aveva , persino, ironizzato su con : "...il libro tratto dal film" Ma la trasposizione di un racconto, se proprio ci e' richiesto questo esperimento, richiede un Luchino Visconti del "Gattopardo" o di "Morte a Venezia" , o un Roman Polanski del "Pianista" o un Jean Jack Annoud dell' "Amante" e quindi, per definizione e convinzione e possibilita' di riuscita : molta molta perizia filmica traduttiva. E arte. Tanta arte. E' solo il mio parere ma parliamone. Anzi scriviamone
Recensioni
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore