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Dialogo con il sovrano pontefice e strutturazione istituzionale interna sono i due filoni principali attraverso i quali delineare l’ambiente politico in cui, nella prima metà del XV secolo, il comune di Bologna realizzò, o per lo meno cercò di realizzare, una convivenza con il papato che non mortificasse le sue forti aspirazioni all’autogoverno.
Attraverso l’analisi dei momenti emergenti nel complesso dei contatti diplomatici instaurati tra comune e Santa Sede, si delineano strumenti e spazi della difesa della libertas comunale, entro cui organizzare le forme dell’autogoverno.
Questi ‘spazi’ nelle loro finalità istituzionali sono presi in considerazione nei frangenti in cui, con alterne vicende, i giochi di forza interni portavano a un progressivo definirsi degli equilibri politici del comune che, pur richiamandosi ‘propagandisticamente’ all’antica vocazione ‘popolare’, si stava dando forme assolutamente nuove, strettamente oligarchiche, ponendo le basi per l’ascesa politica della famiglia Bentivoglio.
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