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Questa densa monografia di Remo Martini noto studioso di diritto antico e insegnante a Siena presenta motivi d'interesse per un pubblico assai più ampio dell'universitario per cui trova adozione – da cui la scelta dell'editore di un formato diverso e più agile rispetto ai consueti manuali. Il titolo già sottolinea la peculiare situazione dell'Ellade con una molteplicità di poleis dalla diversa evoluzione normativa: e se a emergere per ampiezza di documentazione è soprattutto il diritto di Atene cui è dedicata gran parte del volume (elementi costituzionali persone e famiglia atti leciti e illeciti rapporti tra persone e cose nozioni processuali) due appendici affrontano le istituzioni di Sparta e della cretese Gortina quest'ultima rilevante per l'eccezionale ritrovamento di codici normativi del V secolo a.C. Paradossalmente invece proprio le fonti del diritto attico (a partire da Draconte circa 624 a.C.) presentano un carattere indiretto e di delicata interpretazione: testi dei logografi (in particolare i dieci operanti ad Atene negli anni 420-320 a.C. tra i quali Lisia Isocrate e Demostene) ma in sostegno a interessi di parte; riferimenti in commedie (dalla classica alla nuova e persino – in termini discussi – in quella latina di Plauto e Terenzio); notizie sparse in opere filosofiche storiografiche lessicografiche e di retorica (magari latine). Dove la natura degli istituti non raccordabile se non in minima parte alla parallela evoluzione del diritto di Roma apre a un quadro vivido sulla realtà ateniese: e il lettore che presume di rammentare dai manuali scolastici le nette architetture istituzionali di Solone e Clistene potrà trovarsi sorpreso dai tanti dubbi e ambiguità con i quali la critica a tutt'oggi si confronta e che l'affascinante indagine di Martini espone con chiarezza.
Franco Pezzini
Tutti coloro che abbiano frequentato il liceo classico (e molti altri ancora) conoscono le vicende di Temistocle, grande politico e condottiero ateniese, trionfatore della battaglia di Salamina nel 480 a.C., ma colpito da ostracismo nel 470 e dunque esiliato da Atene. Molti sanno anche che l'ostracismo altro non era che un istituto che prende il nome dal pezzo di coccio (óstrakon) sul quale ognuno degli aventi diritto poteva incidere il nome di colui che, ritenuto pericoloso per lo stato democratico, avrebbe dovuto esserne allontanato per un periodo di 10 anni.Probabilmente molti di noi hanno sorriso pensando all'ostracismo, ritenendolo un rozzo istituto di una democrazia ancora in fasce. Eppure è fuor di dubbio che la Grecia fu la culla della democrazia, e l'ostracismo non fu altro che uno dei molti "strumenti costituzionali" previsto dai "diritti greci". Su questi strumenti le nostre conoscenze scolastiche sono probabilmente molto ridotte.Il libro di Remo Martini, Diritti greci, appena pubblicato da Zanichelli editore, aiuta non solo gli studiosi, ma anche i semplici curiosi e gli appassionati di civiltà antiche, ad orientarsi nel mondo semisconosciuto degli istituti giuridici greci.Di "diritti greci" abbiamo parlato, e non potrebbe essere altrimenti, posto che fra le varie póleis greche prevalevano le difformità in materia non solo "costituzionale", ma anche relativamente al "diritto privato" (pur con significative analogie ad es. in materia di successioni). L'opera di Martini deve un largo tributo all'ormai classico Diritto greco antico edito nel 1982 da Arnaldo Biscardi, uno dei primi ad affrontare scientificamente la materia e che di Martini è stato Maestro; ha come principale punto di riferimento il diritto attico (ovvero quello facente capo essenzialmente ad Atene) dei secoli V e IV a.C.; ne affronta con rigore e chiarezza gli aspetti costituzionali (l'ostracismo - veniamo così a sapere - era una prerogativa della Bulé o Consiglio dei 500), ma anche aspetti che oggi definiremmo prettamente privatistici come la famiglia, le successioni, i rapporti reali, obbligatori, processuali. Due appendici finali tracciano i profili del diritto di Sparta e quello del tutto particolare, per la ricchezza di materiale pervenuto e quindi la preziosità delle relative informazioni, di una città di Creta, Gortina; nello specifico una delle epigrafi a carattere giuridico a noi pervenute è così ampia che non a torto si è soliti parlare di Codice di Gortina.
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