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Anno edizione: 2020
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Nel “Divo Claudio”, il nostro timoroso e inebetito personaggio, che abbiamo già seguito in “Io, Claudio”, è diventato suo malgrado imperatore e, con sorpresa generale, non sarà un imperatore sbiadito e fannullone: come conquistatore, è il primo a piantare saldamente le aquile romane in Gran Bretagna e, come edificatore, a lui si deve la costruzione di due acquedotti e soprattutto del nuovo porto di Ostia. Inoltre realizza un’importante riforma della costituzione allargando il diritto alla cittadinanza romana. Ma nonostante la potenza e la lungimiranza della sua opera, rimane un “Re Travicello” (dalla favola di Fedro), in balia della moglie Messalina, la cui dissolutezza è diventata proverbiale, dell’altra moglie Agrippina, che finisce con l’avvelenarlo, e dei suoi liberti che Claudio aveva innalzato al rango di veri ministri e che provvedevano a tradirlo e ad arricchirsi. Alla luce di ciò, appare dunque come un burattino nelle mani altrui e bisogna dire che questo suo aspetto di uomo che si fa menare per il naso pur avendo i mezzi per reagire non suscita molto la simpatia (e fa anche pensare che fosse davvero stupido, come sostenevano Augusto, Livia, Tiberio e compagnia bella). Nello stesso tempo, suscita invece una certa simpatia l’altro suo aspetto, quello dell’uomo che, maltrattato dalla natura, sa sopportare stoicamente le umiliazioni e i dileggi della sua stessa famiglia. Questa complessità del personaggio, Robert Graves riesce a farla emergere con estrema bravura, costruendo un romanzo lussureggiante che è altrettanto bello del primo tomo, “Io, Claudio”.
Ho ereditato dalla casa paterna i due libri Io Claudio e questo. Nel caldo mese di agosto ho letto entrambi e mi hanno appassionata: sono bellissimi! Ho scelto di recensire Il divo Claudio perché la vita di un Imperatore nell’antica Roma ha il suo perché. Infatti, un Imperatore dell’antica Roma, disponendo di grandi risorse economiche e potendo decidere su come impegnarle, se è un buon amministratore, e persona saggia e istruita, come fu Claudio, può fare grandi e utili cose. Claudio non si aspettava di diventare un giorno Imperatore perché giudicato stupido e disabile prima dai suoi parenti. Invece lui amava così tanto la cultura e la storia che scrisse molti libri con ricerca delle fonti e con perizia. Quindi una volta accettato il rischio di mettersi in gioco con la sua nomina suprema, riuscì dapprima a rinsaldare le finanze dell’Impero, che il suo predecessore, Caligola, aveva depauperato, e poi riuscì a fare molte iniziative che trovarono apprezzamento nel Popolo di Roma, che, come sapete, era molto critico verso l’operato dei suoi governanti, a meno che questi fossero despoti e assassini, come lo fu appunto Caligola. Fu molto amato quindi e apprezzato, e fece costruire molte opere pubbliche utili ed effettuò anche molte riforme legislative che influenzarono la vita sociale. Vorrei sottolineare l’arguzia che il protagonista usò in molte occasioni, poiché a l’epoca era facile avere nemici e anche difficile, trovare collaboratori fidati. Naturalmente anche lui non esitò a mandare a morte chi infrangeva le leggi di Roma o si dimostrava suo nemico. Però aveva una personalità notevole, derivante dagli immensi studi fatti nella sua vita con la curiosità e la passione che fa bene alla cultura. L’autore Graves, si è rifatto alle biografie originali che Claudio scrisse in prima persona. Belle e interessanti tutte le descrizioni dei fasti dell’Impero, dalle manifestazioni per gli Dei alle feste trionfali dopo le vittorie di guerra e così via. Consiglio entrambi!
Graves rende gli intrighi dell'Antica Roma tremendamente attuali e vividi, grazie a personaggi tremendamente moderni. Io Claudio e Il Divo Claudio sono assolutamente da leggere (insieme). Rimarrete piacevolmente sorpresi, Robert Graves è un autore immortale.
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