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scheda di Guidelli, C. L'Indice del 2000, n. 01
Finora non esisteva, in lingua italiana, un'opera di questo genere, anche se recentemente l'avevano anticipata due volumi che contenevano, entrambi, dei lessici estetici essenziali (la sezione I nomi dell'estetica in Elio Franzini ed Elena Mazzocut-Mis, Estetica. I nomi, i concetti, le correnti, Bruno Mondadori, 1996; inoltre la sezione curata da Federico Vercellone e intitolata Categorie estetiche in Sergio Givone, Estetica. Storia, categorie, bibliografia, La Nuova Italia 1998). Misurandosi con tali contributi, oltre che con le recenti pubblicazioni enciclopediche uscite in lingua inglese, francese e tedesca, il Dizionario di estetica si segnala per la sua ricchezza tematica, ma soprattutto per la pluralità di dimensioni considerate. Un'occhiata all'indice ci mostra con evidenza quattro prospettive seguite nell'inquadrare le voci: innanzitutto i concetti su cui si è espressa una riflessione estetica di rilievo, dal punto di vista teorico e storico (a questo proposito, voci come Astrazione, Censura, Pubblicità, Terapie artistiche cercano di allargare l'ambito tradizionale dei repertori di tipo enciclopedico; inoltre, accanto ai concetti, le teorie delle arti, i rapporti dell'estetica con altre discipline, infine le varie tipologie dell'estetica (distinte per la diversa matrice culturale e comprensive anche delle estetiche extraeuropee). Dietro l'organizzazione del testo sta una scelta precisa, enunciata con chiarezza nella prefazione: quella di ricostruire un quadro il più possibile ampio e articolato della "riflessione filosofica sull'arte, la bellezza, la sensibilità, l'esperienza estetica", sfondando i confini imposti dalla tradizione disciplinare dell'estetica, nel rispetto esclusivo della "dimensione propriamente filosofica" di quella riflessione.
Chiara Guidelli
Maneggevole e di facile consultazione, questo Dizionario di estetica è, nonostante le sue dimensioni contenute, un'opera completa. Ricco ed esaustivo, il volume riporta tutte le voci indispensabili a fornire una dettagliata panoramica sull'argomento, senza tuttavia risultare dispersivo e prolisso; caratteristiche queste che lo rendono adatto sia a un pubblico di lettori alle prime armi sia a un pubblico di esperti. Tra le sue pagine si possono infatti trovare informazioni stringate ma ben dosate e tutt'altro che ovvie.
Come è spiegato nell'introduzione, i curatori dell'opera, Gianni Carchia e Paolo D'Angelo, hanno inteso innanzi tutto fornire al lettore "un quadro ampio e articolato del patrimonio storico della disciplina" rinunciando però a riportare nel libro il lessico specifico delle singole arti. Questa decisione è dovuta sia a una valutazione di ordine pratico, evitare di realizzare un dizionario troppo esteso e che si riveli una sovrapposizione a dizionari specializzati dei termini artistici, sia a una convinzione teorica, secondo la quale l'estetica non è solamente una teoria delle arti, riducibile alla somma delle riflessioni specifiche dei vari ambiti artistici, della retorica, della poetica, e proprio in questa sua non riducibilità al discorso sulle arti si trova la sua dimensione propriamente filosofica. Ciò non toglie che nel Dizionario di estetica siano presenti voci che individuano anche problemi specifici delle singole arti e che sia prestata attenzione alle loro teorie, mentre il taglio prettamente storico dei lemmi non evita che si faccia riferimento al loro impiego e alla loro accezione nel dibattito filosofico attuale.
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