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Anno edizione: 2009
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Sforza una comicità le cui basi si fondano su di una satira estrema rivolta ai romanzi cavallereschi. Nessuno slancio, nessun insegnamento. Un libro insulso, costituito da una quantità di pagine che tentano di dare al libro un' importanza che non ha. Per quanto mi sforzi non riesco ad apprezzarlo; leggendolo, mi par di perdere il mio tempo. Paolo
Quello che è considerato il capolavoro della letteratura spagnola è uno di quei libri a più livelli di lettura. Lo si può apprezzare per il suo bel stile e per la simpatia che suscitano i due protagonisti Don Chisciotte e Sancio Panza grazie alle loro peripezie oppure lo si può leggere come cartina al tornasole sulla società spagnola nel periodo post-conquista del nuovo mondo. Lo splendido romanzo di Cervantes, che aveva partecipato alla battaglia di Lepanto e ne aveva passate di tutti i colori sino alla perdita di una mano per poi capire l'inutilià della guerra, è un monito sulle illusioni della vita (amore, onore, guerra) che nasce dal connubio della letteratura picaresca e cavalleresca che imperversarono per tutto il '500 in Spagna. Don Chisciotte è un lettore accanito di libri cavallereschi dove si narra di eroi che combattono contro draghi e maghi per amore della propria donna. Così tenterà di fare anche lui incamminandosi per le terre della Mancha ma con esiti ben diversi in una Spagna che vide il proprio splendore economico e politico con la conquista dell'America ma era in preda alle illusioni e alla povertà così ben descritte nel capolavoro cervantino. Il Don Chisciotte è anche, però, un esempio di letteratura a incastro dove realtà e finzione si intrecciano. Nella seconda parte del romanzo, infatti, Don Chisciotte sa che si è parlato delle sue avventure (scritte da Cervantes) ed esce per nuove avventure e in una di queste incontra addirittura un personaggio di un romanzo scritto su di lui da un altro autore del tempo di Cervantes, che si chiamava Avellaneda, e Don Chisciotte dice che è lui il vero Don Chisciotte e non quello dell'altro romanzo: insomma è un continuo intrecciarsi di realtà e finzione. Da non dimenticare, poi, sia nei sonetti iniziali che nelle vicende del protagonista, i riferimenti ad altri personaggi cavallereschi come Amadigi e Orlando o a vicende sempre cavalleresche del passato come quella dell'elmo di Mambrino. Se potete leggerlo in spagnolo come ho fatto io è ancora meglio.
Don Chisciotte c'est moi, c'est vous, c'est l'Homme. Nella sua interezza. Uno dei migliori (indefinibile) mai scritti da mano d'uomo.
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