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scheda di Cresto-Dina, P., L'Indice 1992, n. 1
(scheda pubblicata per l'edizione del 1991)
Non contributo critico o scientifico, ma opera di divulgazione, avverte Pirrotta fin dalle prime battute. Si può anche essere d'accordo, se non altro perché il tentativo di seguire la storia del mito, dalle versioni secentesche fino a quella di Mozart e Da Ponte, ripercorre in buona parte sentieri già tracciati da Giovanni Macchia, per tacere di altri. Ma il saggio si definisce per un più accentuato interesse nei confronti degli aspetti propriamente musicali e per un più sostenuto confronto con la letteratura musicologica. Pirrotta sembra considerare troppo esclusiva l'attenzione fino a oggi accordata al "Don Giovanni" di Bertati e Gazzaniga, andato in scena a Venezia il 5 febbraio 1787, come diretto antecedente dell'opera di Mozart. Le corrispondenze tra i due libretti, per quanto notevoli non bastano a suffragare la tesi, condivisa da molti studiosi, che pone la rappresentazione veneziana all'origine della scelta del soggetto da parte di Mozart e Da Ponte. Naturalmente, questo è soltanto uno dei numerosi temi che affiorano nel corso della trattazione. Si tratta - è bene precisarlo, al di là delle dichiarazioni dell'autore - di un lavoro di carattere erudito e di elevato profilo teorico. Esemplare pur nella sua concisione, è la lettura conclusiva del capolavoro mozartiano. Ma vale anche la pena di segnalare, quale ulteriore motivo di interesse, la trascrizione di ampi brani dalle partiture dell'"Empio punito" di Alessandro Melani (1669) e del "Convitato di pietra" di Giacomo Tritto (1783), fino a oggi di difficile reperibilità.
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