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Anno edizione: 2020
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Anno edizione: 2023
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Spregiudicato, esilarante e acuto, La donna da mangiare è il primo romanzo di Margaret Atwood e contiene già tutti i temi delle sue opere successive, presentandola come un'osservatrice consumata delle ironie e delle assurdità generate dal conformismo.
«Atwood affronta il tutto con humor nero e sprazzi kafkiani, creando un gioco narrativo appassionato, verboso, surreale e sfrenatamente femminista» - Leonetta Bentivoglio, Robinson
Marian è una ragazza ben educata e istruita, vive negli anni Sessanta a Toronto, ed è fidanzata con Peter, un promettente avvocato. Lavora in un'azienda che si occupa di ricerche di mercato, dove i posti di responsabilità sono tutti ricoperti da uomini. Ambiziosa, ma anche desiderosa di essere normale, Marian decide di assecondare le richieste del suo fidanzato e della società e attende fiduciosa il matrimonio, che pensa le conferirà un ruolo. La svolta inattesa giunge quando incontra Duncan, un dottorando in Letteratura inglese che ignora le regole ed è profondamente determinato, a differenza di Marian, a esprimere la propria individualità. La ribellione parte dal corpo della ragazza, che inizia a rifiutare il cibo: prima la carne, poi le uova, infine le verdure, finché la sua personalità, tenuta così a lungo a freno, esplode in una serie di comportamenti inappropriati e sovversivi, modificando per sempre la sua rassicurante, stabile routine. Spregiudicato, esilarante e acuto, La donna da mangiare è il primo romanzo di Margaret Atwood e contiene già tutti i temi delle sue opere successive, presentandola come un'osservatrice consumata delle ironie e delle assurdità generate dal conformismo.
Bellissimo
Romanzo d'esordio di Margaret Atwood, "La donna da mangiare" mette al centro della narrazione Marian, giovane donna ben educata ed istruita, ed il suo straniamento nei confronti di una società cui vorrebbe sentire di appartenere e dalla quale invece rischia di finire divorata. Ben sopravvissuto allo spietato giudizio del tempo, benché ancora lontano dai suoi lavori più importanti, questo racconto già presenta alcune delle tematiche - il femminismo, l'assurdo, lo straniamento - che segneranno poi la fortuna letteraria della scrittrice canadese. Interessante.
Strano, ma intrigante la relazione che si viene a creare fra la protagonista e Duncan, lo strano ragazzo che conosce per caso. Così come la metafora del rapporto con il cibo, che solo alla fine si scopre quale sia (e ha un senso). Mi ha lasciata un po' perplessa il finale, perché non sembra un vero finale.
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