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“In un’atmosfera di stanchezza, di sfiducia, di disinteresse nascono le “Donne all’Assemblea”. Ed è significativo che questa commedia concluda, giungendo alle estreme conseguenze paradossali, quella che si potrebbe dire la trilogia femminista di Aristofane, iniziata nel 411 – venti anni prima – con “Tesmoforiazuse” e “Lisistrata”. […]Poiché gli uomini sono quello che sono, e tutto nelle loro mani va come peggio non potrebbe, rimane una sola salvezza: che le donne assumano esse il potere; […] ed è del tutto naturale che le donne, assunto il potere, facciano esattamente il contrario di quello che avevano fatto sempre gli uomini. La civiltà degli uomini aveva costruito la famiglia e la proprietà: e le donne, accortamente, distruggono anzitutto questi due pilastri della società. Donne e beni in comune: e così crolla tutto. L’umanità ripiomba per decine e centinaia di millenni, agli albori dell’esistenza dell’uomo. Tutto da rifare”. (Raffaele Cantarella)
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Non mi sarebbe mai passata per l'anticamera del cervello l'idea di leggere questa commedia, se non fosse per il fatto che è il copione dello spettacolo che reciterò con la mia compagnia teatrale. E'il mio primo, per così dire, "incontro ravvicinato" con una commedia greca, e devo dire che mi è piaciuto molto. La trama è originale per l'epoca in cui è stata scritta, e la storia è molto divertente anche se contiene naturalmente numerosi riferimenti della politica del tempo: problemi governativi in una Grecia che ormai ha perso la fiducia nelle proprie capacità amministrative a seguito di sconfitte in battaglia e nella società. Drammatico, comico, un po'sconcio ma molto piacevole e divertente. Mi ha troppo divertita l'idea "comunista" delle donne di mettere in condivisione tutti i beni, soprattutto gli uomini che, similmente, devono concedersi a tutte le donne che li richiedono, ma con l'obbligo preciso di andare prima con le più vecchie e brutte. Anche se i personaggi maschili sono pochi, è stranamente comico vederli accettare così di buon grado e tranquillamente il governo e le idee politiche femminili. E per sottolineare il completo fallimento politico dei maschi, il top della comicità è stato vederli discorrere in momenti bizzarri (mentre defecano, mentre vengono contesi e letteralmente "tirati" come una corda tra le donne più brutte...). Sarà strano da dire, ma la numerosa volgarità contenuta in quest'opera rende tutto godibilissimo. Credo che leggerò più volentieri le prossime opere greche che mi toccheranno in sorte.
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