I due carceri di Gramsci. La prigione fascista e il labirinto del comunismo
- EAN: 9788868433611

Scaricabile subito
Compatibile con tutti i dispositivi, eccetto Kindle
Cloud: Sì Scopri di più
non è possibile acquistare ebook su dispositivi Apple. Puoi comunque aggiungerli alla wishlist

Gaia la libraia Vuoi ricevere un'email sui tuoi prodotti preferiti? Chiedi a Gaia, la tua assistente personale

Gaia la libraia Vuoi ricevere un'email sui tuoi prodotti preferiti? Chiedi a Gaia, la tua assistente personale
-
25/02/2012 19:33:37
trovo il libro di lo piparo una grave opera di mistificazione culturale, in cui l'autore vuol darci a bere che la sa più lunga di tutti, che vede piú lontano degli altri, insomma, ha sempre l'asso nella manica; secondo lo piparo, ordinario di filosofia del linguaggio all'università di Palermo, Gramsci abbandonò il comunismo verso la metá degli anni Trenta, deluso da togliatti, dai compagni di partito e dal comunismo sovietico in genere; lo piparo arguisce il pensiero recondito di Gramsci leggendo tra le righe i suoi quaderni del carcere e l'epistolario di Gramsci con i suoi familiari; secondo lo piparo Gramsci usava la scrittura esopica, cioè camuffava quello che realmente aveva in animo, quello che voleva dire o lasciar capire! Come se lo piparo avesse capacità medianiche! Il suo pamphlet è la brutta copia della brutta copia della brutta copia di un saggio di sciascia! Lo piparo arriva al paradosso di dire che Gramsci era più sicuro nelle carceri fasciste che se fosse stato in libertà, da questo deduco che Mussolini gli fece un favore tenendolo in carcere! seguendo questa peregrina tesi, Togliatti strumentalizzò il pensiero di Gramsci per far avvicinare i liberali al pci, ed il migliore fu tanto in gamba da infinocchiare financo Benedetto croce. Lo piparo si riconosce da solo di aver studiato l'opera gramsciana meglio di Paolo spriano e Valentino gerratana, se lo dice lui.
