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Anno edizione: 2000
Anno edizione: 2001
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Se non l'avete ancora letto, fatelo. Non solo e non tanto perché è l'affresco di un'epoca, (i resoconti del "secolo breve" certo non scarseggiano) ma perché di quell'epoca trasmette il respiro, il palpito, con uno sguardo lucido, ironico, che non ha eguali. Forse è anche quel tanto di sorpassato, quel tanto di cronaca intima degli ambienti politico-letterari che non si è fatta storia, a dare al volume quel fascino singolare da vecchie carte ingiallite, scritte dall'intellettuale più che altro per se stesso. Macchiocchi ci insegna a credere nella forza delle idee, che è tutto quel che ci resta in un mondo che si è sbarazzato delle ideologie.
Ho letto il libro in un crescendo di interesse e emozione; ho avuto la conferma di leggere un testo di valore con numerosi addentellati ad altre opere della stessa scrittrice quali il ritratto alla poestessa Eleonora Fonseca Pimentel, il ritratto storico politico di Luisa Sanfelice. La Signora Macciocchi ha la capacità di trasmettere approfondimenti storici e culturali su materie solitamente trascurate dagli scrittori italiani, forse perchè comportano all'origine un attentissimo e paziente lavoro su fonti storiche e giuridiche risalenti a diversi secoli fa. Sono sempre molto contenta di affrontare la lettura complessa di un libro di questa scrittice.
Recensioni
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scheda di De Federicis, L. L'Indice del 2000, n. 09
Torna in libreria, in una stesura protratta fino a oggi, con lo stesso titolo e un sottotitolo più esplicito, e con l'aggiunta di duecento pagine, l'autobiografia, un po' romanzo e un po' cronaca politica, che Macciocchi pubblicò da Mondadori nel 1983. È un bel volume solido, corredato di fotografie e di un indice dei nomi di circa novecento voci che basta da solo a render conto dell'abbondanza referenziale del racconto: storia di vita di una donna che molto ha scritto e molto ha lavorato, mettendosi sempre (sia pur da eretica) nel cuore delle cose e del potere e mostrandosi, ovviamente, abbagliata dalla propria personalità. Tale autoriferimento, o sfrontatezza ingenua, che all'uscita sembrò segnare per molti il profilo irritante del libro, ne costituisce a distanza la forza narrativa. Usuratosi, dopo tante confidenze e memorie, l'interesse immediato per gli amori e le umane traversie dei dirigenti del vecchio Pci, ha infatti miglior risalto l'eleganza della cattiveria che dettava a Macciocchi il romanzo dei suoi matrimoni (con Pietro Amendola e con Alberto Jacoviello), e dei rapporti in genere con i padri che incarnano il codice delle regole, linea portante nella prima parte. Ora, nell'aggiunta, al ritmo veloce delle passioni succede il decorso malinconico dei ragionamenti. Come ogni esistenza, anche quella avventurosa di Maria Antonietta declina mentre la morte fa man bassa su nemici e amici. Vedi, per tutti, il ritratto di Enrico Filippini. Direttrice di "Noi donne" (dal 1950) e poi di "Vie Nuove"; deputata in Italia e poi al Parlamento europeo; accademica alla Sorbona e insignita da Mitterand della Legion d'onore: questa Macciocchi è autrice inoltre di un buon numero di libri, fra i quali due dedicati a sfortunate eroine, Cara Eleonora. Passione e morte della Fonseca Pimentel (Rizzoli, 1993) e L'amante della rivoluzione. La vera storia di Luisa Sanfelice e della repubblica napoletana del 1799 (Rizzoli, 1998).
Lidia De Federici
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