Sesto di nove figli di una numerosa famiglia berbera. A quattro anni frequenta la scuola coranica, dove impara l’arabo classico. Presto viene a contatto con l’arabo algerino che si parla nelle strade della sua città, ed inoltre in terza elementare impara a scuola il francese. Il multilinguismo è una caratteristica precoce nell’infanzia dell’autore, che capisce da subito l’importanza della lingua, quando si trova a fare da interprete tra la nonna e le zie (che non parlano francese) e alcuni cugini nati in Francia (che non conoscono né arabo né berbero).
Durante l’adolescenza legge Mahfouz, Flaubert e Hemingway. Dopo la maturità, si iscrive alla facoltà di Filosofia di Algeri, per “imparare a pensare con la propria testa” e mettere in discussione le basi dell’identità algerina: la religione, la guerra di liberazione, la superiorità maschile. Dopo la laurea collabora con la radio algerina, subendo minacce come tanti amici e colleghi giornalisti e scrittori. Decide di lasciare l’Algeria perché come dice: “ero stanco di aspettare il mio assassino”. Arriva a Roma nel 1995, senza bagagli, ma portando con sé un manoscritto, un romanzo scritto in arabo, che verrà pubblicato quattro anni dopo da Arlem di Roma. Il titolo è Le cimici e il pirata, con la traduzione italiana di Francesco Leggio. Un libro bilingue, metà arabo, metà italiano, scritto a 23 anni e che contiene già il DNA dell’autore.
Amara Lakhous va ad abitare a Piazza Vittorio, un quartiere popolare che lo aiuta a curare le ferite della memoria e dove resta fino al 2001. Alla Sapienza consegue la sua seconda laurea, in Antropologia culturale e un dottorato con una tesi sugli immigrati arabi musulmani in Italia. Esce nel 2006 in Italia il suo secondo romanzo, Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio, ‘riscritto’, non tradotto, dal romanzo del 2003 pubblicato in Algeria e successivamente in Libano, Come farti allattare dalla lupa senza che ti morda.
Questo romanzo è una riflessione sul tema dell’identità, non come uno spazio chiuso, ma un progetto aperto. Lakhous si definisce uno scrittore arabofono ed italofono e afferma “Io arabizzo l’italiano e italianizzo l’arabo”.
Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio è stato tradotto in francese (Actes Sud e Barzakj), in olandese (Mistral), in inglese (Europa Editions –New York), in tedesco (Wagenbach) e prossimamente in coreano. Ha vinto il premio Flaiano per la narrativa 2006, il premio “Racalamare –Leonardo Sciascia” 2006 e il premio dei librai algerini 2008 (il più importante premio letterario in Algeria). Inoltre è uscito nel maggio scorso nelle sale italiane il film tratto dal romanzo, diretto da Isotta Toso e prodotto da Imme Film. Nel giugno 2010 è uscito il suo nuovo romanzo in arabo in Libano. Invece la versione italiana è uscita a settembre 2010 con il titolo Divorzio all’islamica a viale Marconi (Edizioni E/O).
Biografia tratta dal sito ufficiale dello scrittore.