(Venezia 1712 - Pisa 1764) scrittore italiano. Figlio di ricchi commercianti, ebbe un’educazione tipicamente settecentesca, centrata su due interessi preminenti: lo studio delle scienze, filosofiche e matematiche, e i lunghi viaggi per l’Europa. Nel 1735 partì per Parigi, dove divenne intimo di Voltaire e di Maupertuis; nel 1738-39, dopo due soggiorni londinesi, compì il grande viaggio che, attraverso l’Olanda, la Danimarca e la Svezia, lo portò fino in Russia, a Pietroburgo, e poi a Lipsia e a Dresda. Dal ’40 al ’53, salvo la parentesi di un biennio (1743-44) trascorso alla corte di Augusto III elettore di Sassonia, fu al servizio di Federico II di Prussia, che lo volle con sé a Potsdam, lo nominò conte e ciambellano e gli affidò una missione diplomatica alla corte di Torino. Nel ’53, dopo un ventennio di viaggi, rimpatriò, si stabilì a Venezia, a Bologna e infine a Pisa.Ai tratti dell’«uomo nuovo» (viaggiatore, cosmopolita, consigliere di re), quali emergono dall’intensa e movimentata vicenda biografica, corrispondono gli interessi e i programmi del letterato, volti al rinnovamento della cultura italiana attraverso la divulgazione delle ideologie elaborate nei grandi centri illuministici d’Europa. A. compose Rime (1733) ed epistole in versi; ma trovò la sua misura nel saggio, nel dialogo, nella lettera, tutte forme adatte a un discorso piano e comunicativo, simili, come egli diceva, a una «conversazione pulita, disinvolta e frizzante». Suo capolavoro è Il neutonianismo per le dame (1737), sei dialoghi (aumentati di un settimo nelle successive edizioni, recanti il titolo definitivo di Dialogo sopra l’ottica neutoniana) che espongono le teorie di Newton in forma di conversazione salottiera. Subito dopo, in ordine di valore, viene l’agile prosa dei Viaggi di Russia, una relazione del lungo viaggio del 1738-39, che si compone di sei lettere a Lord Hervey, più quattro sulla Sassonia aggiunte nel 1750-51 e indirizzate a S. Maffei. È un libro suggestivo, ricco di colorite descrizioni di paesi e costumi, ma anche di osservazioni precise e acute sulla struttura politica, economica e militare dell’impero russo.La stessa concreta esperienza di uomini e di ambienti vivifica le altre opere di A.: il romanzo ameno intitolato Il congresso di Citera (1745) che, attraverso l’osservazione dei diversi costumi amorosi, caratterizza efficacemente la flemma degli inglesi, il sentimentalismo degli italiani, la frivolezza dei francesi; i saggi (editi nel 1755 col titolo di Discorsi e poi rielaborati e accresciuti durante gli ultimi anni), in cui A. condensa abilmente molteplici questioni di lingua, letteratura, arte, storia, filosofia, economia.