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Ritorno dell'osservatore e recupero della mente informano un cognitivismo ormai maturo che nel volgersi allo studio del concetto di "sé" trova convergenze con indirizzi, come quello psicodinamico, che hanno da sempre posto al centro del loro interesse la soggettività. Ritorno dell'osservatore: non è possibile una teoria dell'autoconsapevolezza al di fuori delle moderne epistemologie e delle nozioni di vincolo, autopoiesi, complessità; e neppure al di fuori di una concezione "ecologica", che parta cioè dal terreno concreto e quotidiano dell'ambiente e della cultura con cui l'organismo interagisce. Recupero della mente, da intendersi come ego-auto-centrismo ed ego-auto-riferimento: l'attività conoscitiva del soggetto è funzione del sé, cioè di bisogni, interessi, finalità, di quello che in psicoanalisi si definisce vita fantasmatica. Centrale e indeterminato. È questo lo spazio paradossale che possiamo assegnare nelle teorie psicologiche al "sé". Centrale perché è necessario disporre di una nozione che riassuma l'esperienza che il soggetto continuamente compone di se stesso. E poi perché la clinica ci confronta con vari gradi di perdita del sé, da cronici vissuti di vuoto a forme di alienazione che esprimono la crisi del sentimento di appartenenza dei propri atti e del proprio corpo. Indeterminato perché una caratterizzazione in negativo parrebbe quasi più praticabile. Se si ricerca invece una definizione in positivo capita di volta in volta di vedere accentuato l'aspetto esperienziale o quello strutturale; tra queste due polarità tutta una serie di definizioni frammentarie, suggestive quanto disorientanti. Date queste premesse, non si potrà chiedere a un volume di un centinaio di pagine di rinunciare a rimandi da addetti ai lavori, che si vorrebbero più ampiamente illustrati; e si comprende come nell'edizione originaria del 1989 facesse da introduzione a una parte sperimentale. La brevità tuttavia può essere considerata un vantaggio per chi voglia accostarsi per la prima volta a un argomento di straordinario interesse da una prospettiva cognitivista. Giuseppe Civitarese Ritorno dell'osservatore e recupero della mente informano in questo libro un cognitivismo ormai maturo che nel volgersi allo studio del concetto di "sé" trova convergenze con indirizzi, come quello psicodinamico, che hanno da sempre posto al centro del loro interesse la soggettività. Ritorno dell'osservatore: non è possibile una teoria dell'autoconsapevolezza al di fuori delle moderne epistemologie e delle nozioni di vincolo, autopoiesi, complessità; e neppure al di fuori di una concezione "ecologica", che parta cioè dal terreno concreto e quotidiano dell'ambiente e della cultura con cui l'organismo interagisce. Recupero della mente, da intendersi come ego-auto-centrismo ed ego-auto-riferimento: l'attività conoscitiva del soggetto è funzione del sé, cioè di bisogni, interessi, finalità, di quello che in psicoanalisi si definisce vita fantasmatica. Centrale e indeterminato. È questo lo spazio paradossale che possiamo assegnare nelle teorie psicologiche al "sé". Centrale perché è necessario disporre di una nozione che riassuma l'esperienza che il soggetto continuamente compone di se stesso. E poi perché la clinica ci confronta con vari gradi di perdita del sé, da cronici vissuti di vuoto a forme di alienazione che esprimono la crisi del sentimento di appartenenza dei propri atti e del proprio corpo. Indeterminato perché una caratterizzazione in negativo parrebbe quasi più praticabile. Se si ricerca invece una definizione in positivo capita di volta in volta di vedere accentuato l'aspetto esperienziale o quello strutturale; tra queste due polarità tutta una serie di definizioni frammentarie, suggestive quanto disorientanti. Giuseppe Civitarese
scheda di Civitarese, G. L'Indice del 1999, n. 06
scheda di Civitarese, G. L'Indice del 1999, n. 07
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