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Anno edizione: 2009
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Dalla Prefazione di Deaglio "parlare di mercato ha, secondo Galbraith, un effetto anestetizzante: tende a evitare qualsiasi problematica relativa alla supremazia economica". Ci sono di Galbraith molte idee ancora attuali e condivisibili: il management come variante della burocrazia pubblica, la cui differenza è che i primi fanno, almeno in parte, le regole, i secondi invece si limitano ad applicarle. La proprietà che ha rilevanza fittizia nel capitalismo, dove altri comandano (le grandi corporation negli USA). La dicotomia (o contrapposizione) tra settore pubblico e privato è inesistente, anzi si può parlare di compenetrazione. Gli effetti sociali negativi (inquinamento, degrado ambientale, insufficiente attenzione per la salute, il rischio di conflitti armati e il relativo costo umano) che non compaiono nel bilancio delle imprese. "Misurando i risultati, gli effetti positivi e negativi sembrano sommarsi anzichè elidersi". Un libro chiarissimo per tutti.
La prefazione di Mario Deaglio annacqua il pensiero di Galbraith, fa intendere, almeno a me, che sia troppo estremista, come se il mondo liberista in cui viviamo fosse equilibrato. Purtroppo non è così nei confronti dei poveri, dei migranti, nella distribuzione della ricchezza, nel mantenimento dello stato sociale, nell'occupazione giovanile, nella salvaguardia dell'ambiente...Anzi la descrizione della situazione che ne dà l'autore è, se possibile, ulteriormente peggiorata. Molti sono gli argomenti affrontati da Galbraith; eccone due interessanti. C'è un unico termine per parlare del lavoro, in realtà da una parte c'è un lavoro "che si è obbligati a fare", per vivere, dall'altra c'è il lavoro da cui "si ricava piacere". Il primo che è noioso, ripetitivo, faticoso è poco retribuito, il secondo, invece, è notevolmente retribuito. Ecco la truffa! "Coloro che, ricchi e fortunati, si godono i piaceri dell'ozio e dell'amicizia, danno consigli e non lavorano...il lavoro è essenziale per i poveri, ai ricchi si addice il farne meno...per cui l'indolenza è perdonata ai ricchi, mentre è esecrata per i poveri". Un altro argomento interessante è quello in cui l'autore mette in burla, giustamente, le previsioni degli economisti, assai meno attendibili di quelle astrologiche. Infatti, in campo economico, le variabili che entrano in gioco sono moltissime, per cui è impossibile dire cosa accadrà in futuro nel mondo, a meno che non si sia dei profeti. Tutto ci è ignoto e "la somma di più ignoti è comunque ignota". Questa delle previsioni economiche altro non è che un'ulteriore truffa, che spesso si tira fuori per ridurre le prestazioni dello stato sociale, per innalzare l'età pensionabile, per bloccare gli stipendi...Il fatto è che chi fa previsioni è profumatamente retribuito.
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