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Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2019
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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Avevo amato il volume 1 e ho acquistato questo senza pensarci due volte, tuttavia la storia non mi ha colpita nè catturata come speravo, anzi, sono risultata facile alla distrazione durante la lettura. Mi è sembrato che i fatti calzassero poco e che alcuni risvolti fossero trattati in maniera un po' spiccia.
"Forse le cose sarebbero andate diversamente. O forse no. Cosa posso saperne io. Sono solo un camionista." Lullaby Road di James Anderson è il secondo volume della Serie del Deserto, nonché l'ultimo romanzo edito da NN. In questo libro ritroviamo il protagonista de Il diner nel deserto, Ben Jones, qualche mese dopo gli eventi narrati nel primo volume. Gli eventi sono ancora freschi nella sua mente ed essendo passato poco tempo si può dire che sia cambiato ben poco rispetto a ciò che si poteva dedurre dalla fine dell'opera precedente. È possibile comprendere questo secondo libro senza leggere il predecessore perché la storia è totalmente autoconclusiva, inoltre gli eventi maggiormente importanti avvenuti ne Il diner nel deserto vengono ricordati e riassunti in più occasioni all'interno di Lullaby Road. Sono, dunque, fruibili anche separatamente, ma io ve lo sconsiglio perché credo che possano dare di più se letti in ordine cronologico. La struttura narrativa che troverete nelle due storie è molto simile: James Anderson ama introdurre tutti gli elementi necessari a poco a poco. Inizialmente saranno l'ambientazione e la personalità del protagonista ad essere spiegate, poi verranno introdotti i personaggi principali della trama e solo nelle ultimissime pagine tutto l'intreccio narrativo, costruito lentamente e senza che ce ne accorgessimo totalmente, andrà a culminare in una frenetica e d'impatto scena finale. È questo il motivo per cui non voglio definirlo un thriller: il ritmo di lettura è costante per tutto il romanzo, solamente alla fine avvertiamo un cambio di tono, necessario e voluto, che ci porterà a terminarlo senza nemmeno accorgercene. Il resto della recensione su LeggoQuandoVoglio.it
Recensioni
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Dopo Il diner nel deserto, James Anderson prosegue la trilogia con Lullaby Road (331 pagine, 18 euro), tradotto da Chiara Baffa e pubblicato da NN editore, ed è subito magia, a cominciare dalla copertina: impareggiabile. Trova un seguito questa avvincente saga nel deserto dove spadroneggia la figura massiccia di Ben Jones, camionista meticcio, metà indiano metà ebreo, un cristianone di un metro e novanta che gioca a fare il duro, ma che poi alla fine si rivela per quello che è, un uomo dal cuore buono e dalla fedina penale sporca. Come in pochi altri libri, qui l’ambiente riveste un ruolo cruciale.
È in questo deserto dello Utah, con i suoi freddi e i suoi caldi estremi, con quegli angoli sperduti dove i topi del deserto cercano di nascondersi, di farsi dimenticare, di rinascere a nuova vita, che va in scena una formidabile sequenza di colpi di scena, uno dietro l’altro, pum pum! Fischiano le pallottole, volano i cazzotti, qualcuno si fa male, qualcun’altro ci rimette le penne. Negli spazi aperti, leggendari e misteriosi intorno a Price o a Rockmuse si annidano segreti, si consumano vendette, si salvano amici. Ben entra ed esce da tante storie che nascono e muoiono lungo la 117. Ritornano vecchie conoscenze del passato: c’è John il Predicatore con le sue sigarette invisibili. C’è Walt e il suo carattere ruvido e spigoloso. C’è Andy, il poliziotto mormone con cui Ben suggellerà una forte amicizia. E c’è il ricordo di Claire, un amore finito tragicamente, che aleggia in molte pagine, come un fantasma.
I richiami alla precedente opera – Il diner del deserto – sono numerosi e in questo nuovo capitolo molte delle vicende trovano un epilogo. Rispetto al primo libro, però, il ritmo di Lullaby Road è più serrato, anche se malinconico in alcuni passaggi. Si parte da una bambina silenziosa e dal suo inseparabile cane per dare inizio a una babilonia di situazioni che Anderson sa pennellare con tocco leggero, regalandoci talvolta dei momenti di intenso lirismo dai quali è difficile distogliere l’attenzione. La strada sulla quale ci conduce è quella della Lullaby, della ninnananna: non sarà facile addormentarsi perchè la notte è lunga e tormentata, sebbene, in finale, il sole sorgerà di nuovo e ogni cosa apparirà per quella che veramente è.
Recensione di Alessandro Orofino
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