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Un romanzo in cui la vita e la morte, e le parole che servono per raccontarle, si toccano continuamente in modo inaspettato.
«Quello che più importa sottolineare è la costruzione di un denso e malsano clima psicologico, nel quale la conoscenza e la frustrazione procedono pari passo. Così questa incursione nella letteratura di genere occulta poco o nulla la fisionomia dello scrittore, il suo modo inconfondibile di lavorare la materia umana» - Emanuele Travi, la Lettura
Il corpo senza vita di un uomo, un noto editor letterario, viene ritrovato una mattina di dicembre nel parco della Caffarella: è quasi irriconoscibile, come se fosse stato maciullato da un branco di cinghiali. A indagare sul caso, un ispettore di mezza età venuto dal Sud, che una volta dirigeva una squadra di alto profilo ed è stato trasferito nella capitale forse per punizione. L'ispettore sembra ossessionato da questa storia e finisce per non pensare ad altro, la sua è una caccia senza tregua: si insedia in casa dell'editor, dorme nel suo letto in soffitta, guarda le cose che ha guardato lui, cerca di pensare quello che ha pensato lui, incontra i suoi familiari, gli scrittori che ha lanciato e anche quelli che ha rifiutato, l'editore per cui lavorava, un autore che in passato lo ha minacciato, una vecchia compagna di scuola. Studia tutte le sue carte, i manoscritti, le mail, le lettere. E rimane invischiato dalla bellezza della "donna dal viso di foglie", la moglie dell'uomo ucciso. Ambientato a Roma, "la città dei martiri", che non si può lasciare senza portarne le stigmate, è un noir esistenziale e un giallo dall'intreccio imprevedibile, ma soprattutto è un romanzo in cui la vita e la morte, e le parole che servono per raccontarle, si toccano continuamente in modo inaspettato.L'articolo è stato aggiunto al carrello
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