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Il testo non è solo una raccolta di saggi ma è soprattutto un'indagine approfondita e "polifonica" sulle varie forme di "scrittura ellittica", tema non nuovo alla curatrice del volume, che ha già pubblicato numerosi altri studi pertinenti a tale tema. Il volume è polifonico nella struttura d'insieme, in quanto integrazione di studiosi germanisti e romanisti, italiani e stranieri; nella tematica, come raggruppamento di lavori su numerose forme aforistico-saggistiche e su scrittori di diversa tradizione letteraria (appunto, da Moritz a Canetti, includendo Knigge, Schopenhauer, Ebner-Eschenbach, Döblin e Benjamin); e nel suo "punto di vista", poiché l'intenzione, esplicitata dalla stessa curatrice nella premessa, è quella di esplorare una molteplicità di percorsi. Le "ellissi della lingua" dei diversi scrittori presi in esame non sono l'unico filo conduttore della raccolta. Attraverso una sua attenta lettura emerge il reale legame: la stretta interdipendenza tra l'io e le offene Formen (forme aperte). La scrittura "scorciata", secondo la metafora coniata da Saba, si fa portavoce di riflessioni profonde, che si sviluppano in aforismi, diari, frammenti, autobiografie e ritratti, ora in forma di ragionamenti, ora di "rapide illuminazioni". Ognuna di queste forme è una scrittura dell'io, un'esplorazione dell'inconscio e di quelli che Marie von Ebner-Eschenbach ha definito "distillati di vita". La focalizzazione su una "tranche de vie aperta ai due estremi" è quindi un elemento comune delle ricerche qui raccolte: ogni scrittore preso in analisi riporta il proprio vissuto, esperienza di per sé non conclusa: la scelta della forma contratta, contro la compiutezza e i confini, è un percorso sia narrativo, sia autobiografico.
Laura Colaci
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