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Non conoscevo Gianluca Morozzi e l’ho scoperto ascoltando gli Spartiti (ex OfflagaDiscoPax), infatti il testo di “Trasferta ad Alessandria” è liberamente tratto da “Come ho conosciuto l’Orrido” di Morozzi pubblicato nel 2003. “L’Emilia o la dura legge della musica” è un breve testo che rimane in un limbo letterario tra il romanzo e il saggio musicale senza approfondire il primo e senza esaurire il secondo. E’ comunque un testo importante, a tratti divertente e a tratti riflessivo che ci presenta la florida scena musicale emiliana raccontata in una maniera del tutto personale e attraverso esperienze personali. Dopo aver letto questo libro io consiglierei anche di leggere “Fuori i compagni dalle balere” di Raffaele Meale che approfondisce il discorso. Per tornare a “L’Emilia...” vorrei trascrivere l’incipit perché merita come merita tutto il libro di essere letto: “Secondo me è andata così./Una cometa ha sfiorato il nostro pianeta, la sua coda si è sbriciolata al contatto con l’atmosfera, frammenti di pulviscolo alieno sono precipitati giù verso la crosta terrestre, atterrando nella striscia di terra intorno a una strada leggendaria nota come via Emilia, e a un maestoso fiume conosciuto come Po. Al contatto con la grassa terra i polifosfati organici utilizzati per concimare i campi – volgarmente noti come letame – i frammenti di pulviscolo alieno sono diventati spore. Le spore si sono incistate sotto i campi ai due lati della via Emilia e del Po, e dal sottosuolo hanno iniziato a bombardare gli abitanti di radiazioni dagli effetti imprevedibili./….). Aggiungo che Morozzi e Meale hanno una cosa in comune non amano molto Nomadi e Ligabue mentre danno molta importanza alla scena underground e indipendente ed è forse per questo che a me piacciono. Ho già messo in elenco per le prossime letture “Blackout” e “L’era del porco”. Buona lettura.
Morozzi-Musica sono un binomio indissolubile; peccato solo sia cosi' corto. Ci aspettiamo il volume 2.
Non gli do il voto più alto solo perchè il libro è troppo breve, mancano un sacco di cantanti che hanno fatto la storia della musica emiliana. Gianluca sveglia e scrivi il seguito Comunque grande scrittore
Recensioni
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Novellara e Correggio, in provincia di Reggio Emilia. Zocca, nel Modenese. Paesini sconosciuti se non avessero dato i natali a rocker del calibro di Luciano Ligabue e Vasco Rossi, o a icone della musica italiana come Augusto Daolio dei Nomadi. E poi la Modena cantata dai City Ramblers, la Piccola città, "bastardo posto" per Francesco Guccini. E Bologna, con Lucio Dalla e Luca Carboni. Eccola qui l'Emilia di Gianluca Morozzi che ha voluto descrivere in questo nuovo saggio-racconto, tra il musicale e il personale, le caratteristiche della sua regione. Una sorta di viaggio da Piacenza a Rimini "tra la via Emilia e il West" a ripercorrere le tappe musicali (e non solo) di una biografia letteraria e di una formazione umana tutta giocata in casa, "emiliana" nelle radici e nel cuore.
Sono pagine ricche di vita e di emozione, di incontri reali e metaforici con alcuni protagonisti degli ultimi quarant'anni della musica italiana. Sono tutti "miracoli emiliani": com'è possibile infatti, scrive Morozzi, arrivare a suonare per folle oceaniche in stadi gremiti di fan, partendo da Zocca o da Correggio come hanno fatto Vasco e Ligabue? Oppure come si spiega che un gruppo punk emiliano chiamato Consorzio Suonatori Indipendenti (i Csi, ex Cccp) conquisti la vetta delle classifiche? Morozzi parla di sé, della sua "emilianità", della storia dei giovani italiani degli ultimi decenni, in dialoghi spiazzanti e divertenti insieme a una ragazza, nel cuore di una notte misteriosa.
Tra strofe di canzoni gucciniane, trasferte al seguito dei Modena, aneddoti su Lindo Ferretti dei Cccp in tour da Carpi a Berlino, blues di pianura e scritte sui muri che inneggiano al Liga, ricordi della Bologna trasgressiva e anarchica degli Skiantos (nel '77), questo libro di Morozzi scorre via veloce sui sentieri di una prosa accattivante e seducente, giovanile e briosa, che strizza l'occhio alle passioni di giovani e meno giovani non senza quel tocco di nostalgia per certe atmosfere locali condito da espressioni in puro dialetto emiliano.
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