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Anno edizione: 2024
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Orso è un viaggio di autoscoperta che affonda le radici nel repertorio folkloristico della favola classica, un romanzo di culto delicato e trasgressivo, un’autentica parabola del ritorno alla natura.
«L'eccezionalità del romanzo di Marian Engel sta nell'aver raccontato il risveglio della natura istintiva della donna nella maniera più disturbante e oscena, proprio come la letteratura deve fare, e al contempo più efficace.» - Il Mattino
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5 stelle ma con un grosso MA. Devo ancora decidere se mi ha sconvolta in senso positivo o negativo. Non voglio soffermarmi sulla metafora della rinascita e del riscatto umano della protagonista, ognuno ci veda e ci legga quello che la propria indole suggerisce: chi di noi non possiede un orso che quotidianamente seduce con la fantasia, spingendosi anche oltre, con inconfessabili pensieri proibiti? Vorrei invece soffermarmi sul linguaggio. Beh, peccato, un gran peccato! Avrebbe potuto essere un 5 stelle e un'intera galassia se non fosse stato per alcuni passaggi che hanno letteralmente demolito la delicatezza di questa storia. Via, non siamo principessine timorate di dio, non ci scandalizziamo mica per un rapporto amoroso così inusuale e sprezzante nei confronti delle convenzioni? Tuttavia il linguaggio spiccio con cui vengono liquidate certe scene non mi è proprio piaciuto, si spezza in un attimo tutta la poesia del momento. Quasi viene voglia di saltare quelle righe e andare "avanti veloce". Insomma, un racconto breve ma intenso... come i rapporti tra Lou e il suo orso.
Romanzo breve o racconto lungo, non si sa mai con questo genere di opere "leggere" quantitativamente, ma non qualitativamente. Non c'è pagina, infatti, anzi nemmeno una riga che sia permeabile alla banalità, che non avvolga il lettore trasportandolo nella routine trasognata e trasognante di una "fissata" pei libri - e si parla tanto di libri, anche rari - tanto gelosa della propria solitudine libraria quanto delusa dai rapporti interpersonali. Il rapporto senza veli con l'orso ognuno lo può vedere come vuole, metaforico o rischiosamente no, quel che conta è la favola, non Cenerentola né Biancaneve, più verso Titanic. Il tutto immerso nel wild canadese, anche questo alle prese coi suoi problemi di sopravvivenza.
Un libro sorprendente! Qualcosa di inaspettato e non usuale che ad un certo punto avviene nella vita. Lou accetta l'incarico di catalogare una biblioteca in un'isola del Grande Nord canadese. L'autrice ci da delle premonizioni: pag.14 "La strada correva verso Nord. Lei la seguì. Nel punto più in alto c'era una specie di Rubicone. Lo attraversò ed iniziò a sentirsi libera. Sempre più a nord, accelerò verso i monti, piacevolmente stordita."; pag. 16 "Ho la strana sensazione" scrisse in una cartolina per il Direttore, "di essere rinata". La storia poi si svolge per un centinaio di pagine con una tensione letteraria molto ben riuscita.
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