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«Leggere l'Epistolario. Lettere a Nadjia e agli altri di Osip Mandel'stam fa bene. E tormenta. Con microscopico cinismo, il regime sovietico soffoca il poeta; non lo sfida, colpisce ai lati, con spudorata crudeltà». - - Davide Brullo, il Giornale
«Mandel'stam racconta il suo inferno quotidiano ma anche la tenacia di un intellettuale che rifiutò di farsi addomesticare» - Robinson
«Questi testi - con poche eccezioni - non erano stati pensati per la pubblicazione: è una scrittura "parlata", intima, fatta di omissioni, sottintesi, che prosegue conversazioni lasciate a metà, riempie assenze durante lontananze forzate. Nella loro immediatezza, mentre scandiscono la marcia verso una fine che a un certo momento pare inesorabile, ci permettono di seguire da vicino gli umori di Mandel'stam, il suo difficile quotidiano, fatto di traduzioni e altri lavoretti, sempre in bilico per la sopravvivenza. E la tragicità di un quotidiano ben riconosciuta da Pasolini, quando scrive: "Ciò che è tragico - più che la sua lotta accanita e prudente contro Stalin - è il suo cercare di accontentarsi, i suoi poveri movimenti di accomodamento, i suoi lavoretti editoriali, i suoi viaggi e le sue sistemazioni - che gli sembrano così felici - in qualche calmo appartamento di Mosca. [...] Annaspando nel limbo della vita - che era poi la non-vita di chi accettasse la dittatura di Stalin - Mandel'stam ha vissuto dunque una vita irreale, per cui non esisteva soluzione". Le lettere ci conducono sulle tracce di questa "vita irreale", pagina dopo pagina, giorno dopo giorno, aprendo nuovi spiragli, integrando prospettive, svelando un lato nuovo del poeta, meno mitico e meno monolitico...» (Dall'Introduzione di Maria Gatti Racah)Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
“La vita è lunga. Com’è lungo e difficile morire da solo, da sola. Possibile che proprio a noi, inseparabili, tocchi questo destino? Noi, cuccioli, bambini… tu, angelo, l’hai forse meritato? E tutto va avanti. Io non so nulla. Eppure so tutto e, come in un delirio, vedo ogni tuo giorno, ogni tua ora nitida e chiara.” Questo dialogo a una voce è di un’intimità celeste, cosmica. Si amalgama alla materia greve del mondo rimanendone distinto. Meriterebbe di trovare consolazione sospeso nello spazio. “La vidi l’ultima volta il 30 maggio 1972, in quella sua cucina, a Mosca. Il pomeriggio stava per finire e lei sedeva, fumando, nell’angolo, nell’ombra profonda proiettata sul muro della grande dispensa… Nadežda Mandel’štam sembrava un avanzo di un grande incendio, sembrava una minuscola brace che brucia se la tocchi”. Iosif Brodskij 1981
Il volume ci presenta una scelta ampia e calibrata delle lettere di O.M. (avevo già letto l'epistolario in versione “completa” in altra lingua a me accessibile: il francese). Inoltre, quello che ad una prima ricognizione può sembrare un difetto del testo, ossia la ripetitività dei messaggi indirizzati alla moglie nei periodi di obbligata separazione, è viceversa il suo punto di forza, posto che manifesta in modo straordinario il sentire del Poeta. Tale ampio gruppo di lettere – con i suoi leitmotiv ossessivi – ci consente di gettare (non senza imbarazzo) uno sguardo nella sfera più intima di O.M., aiutandoci a misurarne la sua “temperatura emotiva” e a comporre un Suo ritratto a tutto tondo (significative, in tal senso, anche le missive al padre). Un secondo insieme di lettere, quelle di confronto con un apparato ingiusto e inumano, si interseca perfettamente al primo (quello degli affetti familiari, appunto), mostrandoci un uomo estremamente sincero, autentico, incapace di deviare dal suo sentire per ragioni di calcolo, ma mai «alato eroe». Con questo volume un piccolo Editore – come corollario ai due volumi già dedicati ai versi di O.M. – ha messo a disposizione del lettore italiano materiale documentale diretto - è l'A. che "dice" in prima persona - utilissimo a focalizzare la figura del grande Poeta e, di riflesso, a orientarci nella lettura della Sua opera dall'interno: in fondo, non fa parte anche l'epistolario del Suo lascito?
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