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Eravamo giovani in Vietnam - Harold G. Moore,Joseph L. Galloway - copertina
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Eravamo giovani in Vietnam - Harold G. Moore,Joseph L. Galloway - copertina
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Descrizione


Il 23 ottobre del 1965, 450 soldati americani del primo battaglione del 7° Cavalleggeri vengono trasportati con gli elicotteri in un piccolo spiazzo nelle valli di Ya Drang. Sono immediatamente circondati da 2000 militari nordvietnamiti. Tre giorni dopo, a poco più di due miglia di distanza, il battaglione che avrebbe potuto giungere in loro soccorso viene letteralmente fatto a pezzi. Il luogotenente Hal Moore ha un solo ordine: resistere. E un solo obiettivo: mantenere la promessa di riportare a casa tutti i suoi uomini, vivi o morti.
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Dettagli

2009
Tascabile
16 gennaio 2009
412 p., Brossura
9788856603866

Valutazioni e recensioni

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cheetah32
Recensioni: 4/5

Buon libro sulle battaglie di X-Ray e Albany nella campagna dello Ia Drang del 1965 in Vietnam. Suddiviso in tre blocchi inizia con una panoramica della guerra e della creazione della cavalleria dell'aria, in seguito vengono trattate le battaglie con le testimonianze dei vari sopravvissuti e infine le conseguenze dello scontro. Lettura scorrevole, ma non consigliato ai non appassionati per via di troppi dettagli. Punto di forza: testimonianze dirette e valutazioni dell'autore in quello che è stato il primo grande scontro tra esercito nord-vietnamita e quello americano in Vietnam; tratta inoltre dell'imboscata ad Albany, non coperta dal film (realistico) "We Were Soldiers".

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zombie49
Recensioni: 1/5

Novembre 1965, valle dello Ia Drang, Vietnam centrale. L'11° divisione elitrasportata del comandante Moore, che ha ereditato le leggendarie insegne del 7° cavalleggeri del generale Custer, è impegnata in combattimento dall'esercito nordvietnamita. E se non fu Little Big Horn, ci andò vicino. Fino dalle prime pagine si evince che le truppe speciali considerano la guerra un lavoro da svolgere nel modo migliore possibile e ne sono entusiaste. Un soldato non si chiede il perché di un conflitto, esegue gli ordini del suo governo. Le conseguenze sono funestamente note. Per questo giovani di tutto il mondo sono disposti a morire in paesi lontani in nome del patriottismo: ieri in Vietnam, oggi in Iraq e Afghanistan. Ho letto molti libri di guerra, mai uno così asettico nei confronti della morte: le vittime americane sono "perdite", quelle vietnamite "nemici abbattuti". Forse gli altri autori non erano comandanti di alto grado, però. O americani. Non manca nulla dei tristi, e veritieri, luoghi comuni sul Vietnam: napalm, bombe a grappolo, al fosforo, "body count". Hal Moore è un fanatico della disciplina e dell'allenamento fisico, che ritiene basilari x un soldato. Gestisce la guerra come un'esercitazione strategica e tattica, quasi fosse una partita di football, di cui usa anche la terminologia, in cui coraggio e forza fisica sono determinanti x il risultato. Senza odio, ma con scioccante durezza. Questo libro mi ha molto deluso: pensavo di trovare la storia di sentimenti, emozioni, paure dei soldati, invece è un'apologia del militarismo. Si parla molto di strategia e tattica militari, argomenti noiosi x i non addetti ai lavori. Moore è un comandante coraggioso che guida le sue truppe dal campo, ma la guerra, descritta da lui, sembra un videogame. I morti non sono persone, ma un minuzioso elenco di nomi. Da riportare comunque a casa. La realtà supera la fantasia, e 400 monotone pagine così sono troppe.

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ambrobg
Recensioni: 5/5

Bellissimo! se si hai visto il film We were soldiers è piu facile da capire... ce l ho da un paio di anni ma continuo a rileggerlo, non mi stanca mai

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