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Una brevissima raccolta della rappresentazione dell'ermafrodito nelle sue due possibili coniugazioni: di propriamente ermafrodito (sintesi dei due sessi) e asessuato (privo di sessi), che è anche la differenza che, secondo l'autrice, intercorre tra l'immagine pop del gioco dei sessi e la realtà dell'intersessualità. Questo piccolo saggio riesce ad essere esaustivo e fornire molti spunti interessanti, uno fra tutti che mi ha molto colpito l'idea dell'originaria transessualità (nel senso di sessualità che contenga sia gli elementi maschili che femminili) dei bambini, da Mario Mieli.
Un breve saggio molto interessante. L’autrice chiarisce fin dalla prima pagina che non intende parlare di intersessualità, ma dell’ermafroditismo e più in generale dell’ambiguità sessuale e di genere nell’immaginario occidentale. La Virgili nota infatti che fin dalla mitologia greca e romana la figura dell’ermafrodita ha sempre esercitato un grande fascino, forse perché circondata da un alone di mistero. Tale fascino è sfruttato anche in opere moderne, non solo letterarie e cinematografiche, ma anche nel mondo della moda e in quello pubblicitario. Di contro, però, all’intersessualità si guarda spesso con diffidenza, a volte addirittura con repulsione. Scopo principale dell’autrice è spiegare che tra il maschile e il femminile c’è un’intersezione ben più ampia di quanto in genere si creda. Vuole inoltre dimostrare quanto il binarismo dei ruoli di genere sia una costruzione sociale più che un fatto biologico. Una lettura consigliata, che introduce con semplicità nel mondo dei Gender Studies.
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