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Gli elementi classici del giallo ci sono, assassino e assassinato, per il resto l'intento dell'autore è uscire fuori dalle consuete (e consunte) strade narrative affidando una non indagine ad un personaggio così atipico e indifeso che è difficile non trovarlo simpatico.
Ispira simpatia sin dalle pagine iniziali Riccardo Magris, protagonista indiscusso de "L'esatto contrario", primo romanzo dell'editore Giulio Perrone. Riccardo a 35 si ritrova a sbarcare il lunario scrivendo recensioni su "TuttoGiallo" ( un infimo giornale di nera, diretto da Dora, con la quale ha avuto una storia ), presentando settimanalmente una rubrichetta radiofonica calcistica e percependo l'affitto da due bizzarri coinquilini. La fidanzata storica, Gaia, lo ha lasciato: "Sei un ragazzino. Immaturo e inaffidabile". Il protagonista però non se la prende più di tanto e con candida sincerità confessa di non aver mai voluto essere un eroe. Riccardo dunque, anche se non sembra proprio un giornalista d'assalto, cerca di diventarlo, sfruttando forse la sua unica vera dote, cioè l'attenzione per tutti i tipi di dettagli, quando al tg sente una notizia che lo catapulta al tempo degli studi universitari: Morelli, all'epoca professore di giurisprudenza, accusato dell'omicidio nei bagni della facoltà della "sua" Silvia Rusconi, è stato trovato morto dopo l'uscita dal carcere. E così Riccardo si butta in quest'avventura, perché forse il vero assassino non è ancora stato punito. Se il protagonista con i suoi gesti goffi e le battute sarcastiche, semplicemente pensate ma il più delle volte espresse, costituisce l'aspetto più gustoso e ironico del romanzo, occorre evidenziare che, sapientemente dosati dall'autore, possiamo trovare anche mistero e tensione. Il thriller infatti, risulta ben costruito con gli indizi forniti qua e là in caratteri corsivi tra le pagine, a volte guidandoci, altre traendoci in inganno, perché la realtà molto spesso non è come appare e solo fidandoci come Riccardo del nostro intuito o, come lui, non mollando gli impegni presi verso noi stessi, possiamo giungere alla verità, che molto spesso è l'esatto contrario di ciò che abbiamo in mente. Un giallo per tutti, che saprà interessare gli appassionati del genere e non solo. Lara Massignan
Piacevole romanzo che è uno spaccato dell'Italia contemporanea in cui una donna muore ogni due giorni per mano di un uomo; in questo caso la sventurata si chiama Giulia ed è una studentessa universitaria. Il caso torna alla ribalta qualche anno dopo, quando il presunto assassino si suicida. E Riccardo, tipico trentacinquenne da strapazzo, precario, senza famiglia ma comunque benestante grazie a uno zio intrallazzone e ai suoi continui aiutini, che vive nella città più bella del mondo e forse la più difficile, senza volerlo - e senza nemmeno averne le capacità - si trova a indagare. L'ambientazione è una Roma fatta di uomini capaci di amare una squadra più di una donna, con il sesso ottenuto facilmente e l'illusione di potere in questo modo sostituire i sentimenti, così ingestibili e terribilmente impegnativi. Questa è l'Italia contemporanea e questo ci racconta Giulio Perrone, che esordisce con un incantevole mainstream che profuma di giallo in cui si respira il tormento di una vita privata che vorrebbe essere leggera, ma non lo è. Lo stile limpido e delicato, quasi confidenziale, permette di aprire quasi un dialogo con Riccardo; e si soffre e si tifa per lui, così simile a noi, vecchi-giovani contemporanei. Così fragili e insicuri di fronte a queste nuove certezze che ci siamo costruiti ad hoc. La storia è morbida, emozionante, intrisa di malinconia. Scorre come una carezza, lenisce le ferite, incolla alle sue pagine e alla fine, nonostante una porticina lasciata volutamente aperta (ci sarà forse un seguito? Spero di sì) ogni domanda trova una risposta. Ed è ovviamente molto amara.
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