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Anno edizione: 2020
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Un'antologia che restituisce il puro piacere della narrazione
Secondo una leggenda, un dio dell'Indostan chiese a un altro dio di cedergli una delle sue 14.516 mogli. «Prenditi quella che trovi libera» fu la benevola risposta. Ma in tutti i 14.516 palazzi la moglie giaceva col suo signore, che «si era sdoppiato 14.516 volte» affinché ciascuna credesse di essere la favorita. La fonte di questo «racconto breve e straordinario», un libro apparso a Goa nel 1887, è in realtà illusoria. E grazie a Bioy Casares sappiamo come sono andate le cose: «Domani compro il libro dove l'ho letta» gli aveva detto Borges riferendosi alla leggenda. E Bioy: «No, raccontiamola noi e attribuiamola a un autore qualsiasi» - nella fattispecie, un gesuita portoghese. Così, con estro sfrenato e giocoso, hanno lavorato i due appassionati antologisti: ritagliando brani da una sbalorditiva molteplicità di opere (dal taoista Trattato del Vuoto Perfetto a Max Jacob), ricorrendo ad amene falsificazioni, inventando spudorati lemmi bibliografici e apocrifi: come le Memorie di un bibliotecario di Francisco Acevedo, alias Borges, o la magnifica Storia dei due re e dei due labirinti, sempre di Borges malgrado la depistante attribuzione. Senza peritarsi di manipolare le fonti: in un'iscrizione che evoca la verginità di Iside, un semplice «(finora)» aggiunge al referto di Plutarco una maliziosa connotazione: «nessun mortale (finora) ha sollevato il mio velo». Ma l'obiettivo è uno solo: mostrare come un'antologia di vertiginosa varietà possa racchiudere «l'essenziale di ciò che è narrazione» - vale a dire uno dei grandi piaceri che la letteratura può offrire.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
è un’antologia di racconti che ha SELEZIONATO. Il risultato netto tuttavia non difforma dall’aspettativa: finezza e flirt con l’assurdo ricorrono nel gusto della cernita quasi come nella personalità di scrittore.
Prosegue la meritoria opera di recupero da parte dell'Adelphi delle opere in collaborazione di J.L. Borges, assenti nelle "Opere" dei Meridiani Mondadori. Si tratta, come nel caso del "Libro del cielo e dell'inferno" di un'antologia di passi ripescati da autori di ogni epoca e letteratura, e che radunati costituiscono una rassegna affascinante dei temi cari a Borges (il doppio, il labirinto, il duello...). A stimolare il fascino dell'opera, alcuni brani sono apocrifi inventati da Borges e Casares, che dunque mescolano la propria voce a quella degli autori antologizzati, sfidando il lettore a scoprire tali inserti. La curatela di Tommaso Scarano è, al solito, al contempo concisa ed esaustiva: una "nota" finale presenta la storia editoriale dell'opera e commenta ogni brano con le informazioni essenziali sulla sua provenienza.
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