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Un bellissimo ritratto, che ha la forza narrativa e l'immediata semplicità realistica degli altri indimenticabili personaggi raccontati da Dacia Maraini.
Enrica è una ragazza di diciassette anni che vive in uno squallido quartiere di Roma e studia con poca voglia. Abbandonata da un padre eccentrico e stravagante, che passa il tempo a costruire invendibili gabbie per uccelli, e da una madre che si logora in un piccolo impiego, Enrica si ostina a inseguire Cesare, eterno studente in legge, già fidanzato con una ragazza stupida e ricca. Un rapporto soprattutto sessuale, che Enrica vive come in uno stato di freddo sonnambulismo, e che la porterà a subire con la stessa indifferenza le premure di Carlo, un compagno di scuola, e gli sfoghi di Guido, un maturo avvocato in cerca di avventure erotiche. La paura della vita la paralizza, qualsiasi rapporto con gli altri diventa irreale e assurdo: Enrica, come molti adolescenti, non sa capire quanto le accade intorno. Anche se prigioniera di un mondo di sensazioni e gesti estranei, la ragazza muove i suoi passi come seguendo il disegno segreto di una imprevista «educazione sentimentale», alla ricerca di una sua vera identità.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Leggere la storia di Enrica, ha fatto riemergere la me adolescente. Ho ripercorso i miei anni del malessere, e tutte quelle sensazioni, quelle sorprese che hanno plasmato i miei giorni di allora, mi hanno permesso di provare solidarietà per la protagonista. Spesso, si diventa Donne già quando si è ancora bambine, e tutto il peso delle responsabilità ti schiaccia, fino a che non riesci a trovare il giusto equilibrio per contrastare la forza. Ho adorato ogni personaggio, dall'indifferenza dei genitori, alla superficialità della Bardengo. È il primo libro che scopro di questa autrice, e ne sono soddisfatta.
Questo romanzo, che appartiene tenacemente alla mia formazione, non mi ha deluso alla seconda lettura, ma l'ho molto ridimensionato. E' scabro e desolante come tutta la Maraini del primo periodo, meno ricercato dei lavori più recenti dell'autrice ma anche meno artefatto, più autentico. E pone di fronte a realtà inquietanti ma quotidiane.
Il fascino di queste pagine è tutto nella storia narrata senza alcuna retorica o ammiccamento, ma con tale dolente asciuttezza che il malessere in cui sono avvolti i personaggi contagia anche il lettore, amareggiandolo, indignandolo. Ambientato nella periferia romana, ha come protagonista la borghesia più umile, vittima e insieme artefice degli anni del boom economico di un'italietta miracolata e squallida. La vicenda è narrata in prima persona da Enrica, una diciassettenne che vive con indifferenza sia i suoi drammi personali, sia quelli della penosa fauna umana cui appartiene. Figlia unica di una coppia già in là con gli anni, la ragazza osserva con disincanto il lento declino della madre, sfiancata e umiliata nel logorante arrabattarsi di un piccolo impiego: la vede oscena nel suo corpo sformato, nei vestiti lisi, nelle amicizie volgari, e insieme penosa nelle ambizioni meschine di rivincita, di riscatto. Con uguale severa implacabilità Enrica guarda al padre, artista fallito e alcolizzato, ridotto a costruire elaborate e invendibili gabbie per uccelli. In questo tragico universo familiare si muove la giovane, rassegnata a non evaderne: abulica, indifferente a tutto, sue uniche aspirazioni sembrano essere l'acquisto di scarpe nuove o di un maglioncino aderente. Non si ribella alla frustrante relazione cui la costringe un vanesio studente, che la usa come amante di riserva, in attesa di sposare una ricca ereditiera. Enrica frequenta un corso di stenografia, tra insegnanti e compagni che paiono tutti più disgraziati di lei; compie poi un' umiliante esperienza di lavoro in casa di un'anziana ed eccentrica contessa: ma niente sembra segnarla, niente la scuote. Nemmeno altre tragiche esperienze e scelte sessuali e sentimentali, vissute quassi in apnea. Solo alla fine del romanzo si intuisce una sua blanda reazione all'egoista scelta matrimoniale del suo amico, e l'intenzione, almeno annunciata, di dare una svolta alla propria esistenza.
Recensioni
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