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Anno edizione: 2020
Anno edizione: 2021
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Triste e persino assurdo toccare con mano che quei sogni ispiratissimi - e neanche troppo lontani - elaborati a Ventotene si siano ridotti nei decenni a un perenne miraggio fermo nel vicolo cieco degli egoismi e dell'estraneità. Comunanza di intenti e volontà di ascolto e cammino comune solo la guerra poteva unirli sotto la stessa cappa, il massacro era stato immane, potevano e dovevano seguire in quegli attimi proclami d'etica vera e più assestata. Ma può chiamarsi Unione, può rispondere davvero all'intento inciso nelle sale di Roma nel 1957 quest'ibrido oscuro che tutt'oggi ancora veleggia su cronache e decisioni, destini e futuro di ogni Paese membro? Fra "frugali" ostinatamente rocciosi che con la loro doppia morale non ci pensano nemmeno a deporre mezza virgola di sovranità e un atlantismo evidente che come un incudine legato al collo soffoca il respiro di questo gigante dalle antiche radici, Canfora attraversa lidi e storie di un'Unione nient'affatto "innocente" (vedasi i diffusi intrecci di vendita delle armi nei quali l'Europa sguazza), di una sudditanza d'oltreoceano che la rende senz'altro "minorata", libera come lo è un carcerato ai ceppi, di questa mostruosità del "debito" che come un cappio spinoso infetta ogni riga di giornale, ogni lodevole ammonimento, ma anche ogni stancante commento (ormai giunto alla rassegnazione dello sbadiglio) su serie iniziative e soluzioni possibili. Se poi ci aggiungiamo la catastrofe invisibile del virus nella quale ancora arranchiamo possiamo comprendere come un ripensamento di valori autentici sia il necessario motore e il solido treno di ruote grazie a cui sperare (verbo quasi uguale a un miraggio) una probabilità d'essere credibili. Il pugno con cui l'autore seziona ogni analisi è come sempre cifra ruvidamente attenta, non risparmiando echi di tragicomico e pazzesco impatto come "i cani di Trump". Canfora sugli scudi come sempre, ogni suo lavoro preziosa, severa e lucida cesellatura.
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