«Autentici narratori delle pianure, suonatori e viaggiatori instancabili. Se non fosse che sono gli Yo Yo Mundi a raccontarci le storie verrebbe da pensare che loro stessi sono una storia che andrebbe raccontata. Tenacia, amicizia, passione, distanze e sogni. Una storia così.Le parole di Paolo Archetti Maestri, uno che “sa leggere la luce”, sono attentamente in equilibrio fra la chiarezza del raccontare e una vena poetica lucida, ma anche visionaria, senza tentazioni di canzone in forma di slogan; mentre la musica degli Yoyo sembra essere (come le parole) delicatamente innamorata del passato, ma accorta, affacciata sul suono e sul battito del presente. E questo al primo ascolto del loro nuovo album di canzoni, così tanto per cominciare.“Chiedilo alle nuvole come sarà domani”: nessuna domanda può essere più inverosimile e insieme più sensata, tanto che Pasolini la fa porre a Totò dal fondo di una discarica con gli occhi rivolti al cielo. In questa musica il domani c’è, è il presente che manca, col suo ordinario carico di mediocrità. Come dargli torto, gli Yoyo cantano un’Italia prima che perdesse memoria e identità, scivolando senza accorgersene fuori dalla storia. Eppure in trasparenza, nell’intreccio di suoni e parole, lasciano scorgere paesaggi di un futuro (speriamo che non rimanga solo immaginato) dove i sogni, gli orizzonti e perfino la delicatezza delle parole potrebbero essere ancora possibili.In fondo quando la luce del mondo si risveglia siamo tutti un’altra volta pronti a credere, a sperare e a ripartire. Come fanno e hanno sempre fatto gli Yo Yo Mundi, che dopo tanti chilometri, tanta musica e infinite colline e pianure, sembrano avere imparato bene l’eterna storia delle nostre piccole speranze.» - Ivano FossatiTorna, a cinque anni dal fortunato "Munfrâ", il gruppo piemontese che colora la scena della musica e della canzone d'autore italiana da oltre venticinque anni. "Si suona con gli occhi chiusi, si sogna con le orecchie aperte", cantano gli Yo Yo Mundi, in una delle canzoni di questo album, e meglio di così non si potrebbe spiegare la genesi dello stesso: un disco suonato, sognato e desiderato.
Si tratta di dodici brani caratterizzati da un suono ancora diverso e,in qualche modo, più evoluto rispetto ai lavori precedenti: un disco profondamente acustico, solo a tratti lievemente elettrico, realizzato privilegiando suoni analogici e valvolari, registrato senza l’ausilio di suoni elettronici.
Gli ospiti che hanno contribuito alla realizzazione di questo nuovo album sono tutti artisti vicini al gruppo monferrino da Chiara Giacobbe,violinista, che è diventata a tutti gli effetti il sesto YYM, Paolo Bonfanti che ha suonato chitarra e dobro, Simone Lombardo che ha seminato cornamuse, ghironde, flauti in diverse canzoni fino a Gino Capogna, Betti Zambruno, Alan Brunetta, Federica Addari, Andrea Negruzzo, Ludovica Valori, Rino Garzia, Marta Wingu, ma le partecipazioni di Gianni Maroccolo (Ex CSI ed ex produttore artistico degli YYM), Cristina Nico – rispettivamente al basso e alla voce in Cuore Femmina - e di Anna Maria Stasi (CFF), voce solista in Chiedilo alle nuvole, meritano una segnalazione speciale.
Prodotto artisticamente da Paolo Enrico Archetti Maestri con la collaborazione di Eugenio Merico, l’album è stato registrato e missato da Dario Mecca Aleina nello studio Suoni & Fulmini di Rivalta Bormida.
Ideazione grafica, illustrazioni e fotografie sono di Ivano A. Antonazzo.
Leggi di più
Leggi di meno