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Anche chi avversa queste posizioni deve pazientemente passare per queste letture.Le nozioni moderne di temporalità e di misura nelle vecchie concezioni di lavoro e ordine sociale.Nel pos-moderno i concetti di popolo, nazione, classe, sovranità, stato, nazione sono marciti con la globalizzazione e sua irreversibilità, restaurazioni postfordiste e keneysiane, trasformando i comportamenti soggettivi: lavoro,legame sociale e nella distruzione stato moderno e sua spazialità. La decostruzione derridiana della realtà ontologica? Il concetto di misura e la legge del valore non tiene più. La funzione della misura reale del lavoro e dello sviluppo è fuori gioco nella ridefinizione come regime biopolitico: globalizzazione docet. Il mondo è ora mobile e flessibile: non più del tempo taylorizzato e della massificazione industriale. Salta la razionalità funzionale, nella stravolta comunicazione, nelle nuove norme di controllo biopolitico. Eccoci allo stato d’eccezione:nel mantenimento dei privilegi e della riproduzione del potere dato, dove anche le ONG sono al servizio.L’idea è di sicurezza del privato, del mercato, del commercio mondiale, delle gerarchie dell’interdipendenza, negli effetti politico-giuridico. Indistizione tra pubblico e privato. Il concetto marxiano di capitale va rivisto non essendoci più sintesi tra parte fissa e variabile del capitale: il capitale variabile è ora cambiato nella forza lavoro che si è appropriata di alcuni elementi del capitale fisso es.lavoro cognitivo, potendo circolare in maniera indipendente,nell’autonomia rispetto al capitale costante. Dal punto di vista ontologico la forza lavoro ha trovato lo spazio di autonomia. Il comune è un campo aperto nel quale il lavoro vivo si muove in maniera indipendente dal capitale fisso se non contro.Per l’A non può esservi riassorbimento dialettico, né sussunzione lineare: vanno esaltate le singolarità mettendo in crisi ogni criterio di unificazione,nel concatenamento, di una continuità aperta.
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