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Caratterizzato da personaggi ben definiti, spesso immersi in un'atmosfera opprimente e malsana, questo libro torrenziale, bulimico, incontinente, talvolta poco tollerabile, ha il grande pregio di catturare il lettore: una volta iniziato, non si riesce a smettere di leggerlo. E' potente, pieno di colpi di scena, con una struttura a specchio e a incastri che cattura e non ti molla fino alla fine; detesti la storia, detesti i personaggi ma non te ne sai staccare. Anche se l'autrice non si decide; non sa se buttarsi sul thriller, sul romanzo psicologico, sul ritratto generazionale, sul feuilleton, sul romanzo di formazione, sulla piece teatrale. E quindi finisce per fare un gran bel minestrone. In sostanza, tre cose premono, alla Groff: dimostrare che non si può mai dire di conoscere davvero nessuno,nemmeno le persone più intime; descrivere il personaggio maschile come una brava persona: un genio sì, ma anche e soprattutto una brava persona. E farci capire che la protagonista sarà cattiva sì, ma non troppo. Anzi, in fondo in fondo, poverina, pure lei,vittima del fato cinico e baro, è buona di cuore. Però, ma quanto si amerà, questa scrittrice, quanto le piacerà pavoneggiarsi e fare la ruota. E che vera, singolare, fissazione ha per gli odori, soprattutto corporei. E quanti termini dotti usa (in tutte le lingue!), quanti nomi di piante esotiche e di pietanze altrettanto eccentriche sparge, come petali di rosa, su di noi, poveri lettori, ignoranti, attoniti e un po' irritati. Ecco, sì, è abbastanza brava ma se le manca qualcosa è proprio il meraviglioso dono della semplicità, Che però non è da tutti, e non è sicuramente il pregio principale di una scrittrice che vuole a tutti i costi strappare l'applauso e che fa dell' artificiosità più smaccata la sua cifra stilistica. Ma poi, ecco, finalmente, la sofferenza (ehm, pardon), il libro finisce, siamo venuti a capo dell'intreccio, la pièce è conclusa, Signore e Signori, sipario. Applausi. Applausi?!.....
Fato e furia di Lauren Groff Ho cominciato a leggere questo libro circa tre mesi fa e devo dire che la parte iniziale rispecchia la lentezza di cui ho letto in altre critiche. Molti non lo hanno finito ma per quello che mi riguarda non lascio mai un libro a metà, l'ho solo sopseso per un pò. Ho finito le ultime 200 pagine in due giorni. Per questo consiglio vivamente, a chi non l'ha fatto, di leggere la parte della FURIA. La prima parte è quasi una storia silenziosa, ovattata direi. Nella seconda parte hai una visione completamente diversa, dinamica. Due donne forti nella vita di Lotto, la moglie Mathilde e la mamma Antoniette, che il deus ex machina non è niente a confronto. Due donne che hanno vissuto, volutamente, nell'ombra del drammaturgo Lotto ma ne hanno determinato la fortuna/sfortuna senza che egli se ne rendesse conto. Quando si vive con una persona ci creiamo l'immagine che più ci piace ma mi domando: la conosciamo davvero? Come dice Mathilde" A volte c'è un vuoto incolmabile tra la Mathilde che lei era e la Mathilde che lui aveva visto in lei. Una questione, in fondo, di punti di vista".
Si gioca a tetherball, ci sono i fiori di phlox, il letto ungueale, l’odore di cordovano, i campi di mennoniti, la poesia ecfrastica, l’investigatrice privata, biondina lei sì veramente sexy. Il libro della Groff è di una promettente esordiente al suo terzo romanzo e qualche piccola chicca la dispensa. A me è piaciuto molto il passaggio “Aveva mani stupende, simili a piccoli gufi.”
Recensioni
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