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In una società sull’orlo dell’abisso, di fronte a una catastrofe sfuggita a ogni previsione, quale può essere il ruolo di artisti e letterati? A quali poteri e strumenti far ricorso per difendere la libertà di espressione dall’avanzata del fanatismo politico? Dalla viva voce di protagonisti dell’epoca, il racconto del mese in cui la Germania precipitò in un feroce regime dittatoriale.
«Andiamo incontro a grandi catastrofi. A prescindere da quelle di carattere privato – la nostra esistenza letteraria e materiale è distrutta –, tutto ciò condurrà a una nuova guerra. Non si faccia illusioni. L’inferno è al potere» - Joseph Roth a Stefan Zweig, 30 gennaio 1933
«Qualunque persona di cuore e di buonsenso, così come qualunque politico di un certo livello sa che oggi i popoli d’Europa non possono più vivere e prosperare isolati e separati, ognuno per conto suo, ma hanno bisogno gli uni degli altri, perché formano un’unica comunità di destino» - Thomas Mann
«Io rimango, accada quel che accada. Bisogna stare a guardarla, la storia»
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