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Poesia ed impegno. Ben definito. Coscienza asciutta e ben presente nei versi di una poetessa che ha fatto della sua vita ispirazione.
La scrittura di Paley è la prima cifra che colpisce: unica, personale, intima e asciutta. Questo libro, un diario in poesia, è l'occasione per ricordare la vita arrivata quando si approssima il suo termine, incidendo, con parole precise e una poesia narrata a sé stessa che allude al dialogo - prima di tutto con sé stessa - e al pensiero libero -, il paesaggio interiore di un'esistenza vissuta con lucida presenza. Ho amato i racconti prima. Ho amato queste poesie, fedeli a sé stessa. "Prima di essere nessuno ero io dopo essere stata nessuno ero io avrei voluto rimanere in me un po' più a lungo c'era qualcosa che dovevo raccontare ma non è permesso".
Fedeltà, coerenza al proprio vissuto, ubbidienza a un imperativo etico di responsabilità verso il prossimo, persino a scapito del proprio interesse privato, rinunciando a ogni concessione voluttuaria, a ogni gratificante accomodamento: “Credo nella fedeltà alle mie idee originarie, è il modo che ho per oppormi alle mode imperanti”. Grace Paley nei suoi versi rivolgeva attenzione alle cose quotidiane, con cui da donna doveva giostrarsi nelle incombenze domestiche irrimandabili. Dedizione a un ruolo femminile, di madre e nonna, che tuttavia sapeva mettere in secondo piano rispetto all’impegno civile e politico. C’è nella sua scrittura una generosa comprensione per le difficoltà e i dolori degli altri, e per le loro debolezze e vigliaccherie, che in sé stessa non accettava di perdonare. A questo sincero altruismo faceva da pendant una rabbiosa ribellione contro qualsiasi potere (ideologico, culturale o religioso) pretendesse di imporsi alle coscienze individuali. Persino Dio, nel suo prevaricante paternalismo, andava rifiutato. E con lui la guerra, il razzismo, l’inquinamento, l’omofobia, la morte, la malattia. Paolo Cagnetti, nella sua prefazione, definisce “Fedeltà” un libro “caotico”. Ma caotica fu tutta l’esistenza di questa vulcanica poeta: piena di amici, amori, libri, viaggi, bambini, vecchi da aiutare, donne da difendere, conferenze e volantinaggi, sit-in e dimostrazioni. Le poesie, prive di punteggiatura, spaziate da pause bianche, colloquiali e polemiche, sempre un po’ grezze e non rifinite, seguono l’andamento precipitoso e disorganico dei suoi pensieri, quasi pressate dall’ansia di dire tutto. E questo tutto viene raccontato vorticosamente, appassionatamente: il traffico di New York, un funerale, le torte da preparare per i nipotini, le telefonate con le amiche. Anche la lotta contro il tumore di cui morì ottantenne divenne una battaglia caparbia e coraggiosa contro il destino ingiusto: lotta come vessillo di non rassegnazione, da impugnare sempre.
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