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Vincitore Premio Letterario Internazionale "Latisana per il Nord-Est
Finalista Premio Campiello 2021 - Libro candidato da Alessandra Tedesco al Premio Strega 2021
«Tra piccoli borghi e Venezia un professore e un'allieva si ritrovano nella solitudine e nella fragilità. Tessono insieme un sorprendete codice dell'anima, che merita ascolto» - Alberto Sinigaglia, la Stampa
«Con una scrittura elegante e raffinata, con riferimenti alla cultura dell'antica Grecia, al mito e alla religione, Carmen Pellegrino racconta la storia di una donna che deve fare i conti con l'abbandono» - Alessandra Tedesco, Radio24, Il cacciatore di libri
«Carmen Pelllegrino conserva la speranza che la letteratura possa aiutarci a recuperare lo spirito più autentico dei luoghi, intonando quel canto di consolazione successivo al lutto che interrompe la "processione del tempo". È la tensione a ricostruire la propria casa dopo il crollo, il più persistente dei fil rouge che attraversano i suoi libri» - Chiara Fenoglio, la Lettura
«La felicità degli altri non è un romanzo ma un capolavoro» - Gian Paolo Serino, Satisfiction
«Sono nata in una casa infestata dai fantasmi. Allampanati, tignosi fantasmi da cui non si poteva fuggire. A quel tempo vivevamo nella parte ovest di un villaggio che aveva case tutte uguali, tutte al pianoterra, prima che si elevassero. Mio fratello e io speravamo che le case degli altri fossero infestate quanto la nostra. A dieci anni fui allontanata dal villaggio per pura crudeltà, ma i fantasmi non rimasero a casa.»
Cloe è una donna che ha imparato a parlare con le ombre. Un'anima in ascolto, alla ricerca di una voce che la riporti al luogo accidentato della sua origine, al trauma antico di quando, bambina, cercava di farsi amare da chi l'aveva messa al mondo. Nel suo cammino costellato di fragorosi insuccessi e improvvisi passi avanti, Cloe attraversa città, cambia case, assume nuove identità, accompagnata da voci, ricordi, personaggi sfuggenti: Emanuel, il fratello amatissimo; il professor T., docente di Estetica dell'ombra; Madame e il Generale, guardiani della Casa dei timidi, dove la donna era stata accolta a dieci anni. Cloe è uno sguardo che cerca attenzione e verità, il suo viaggio coraggioso è il racconto di un amore e di una speranza che non si spengono, anche quando dentro e fuori di noi non c'è che rovina.
Proposto da Alessandra Tedesco al Premio Strega 2021 con la seguente motivazione:Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Trovo sia un libro particolare, dai toni molto intimistici: leggerlo è stato come intraprendere un viaggio introspettivo fatto di saliscendi emotivi, in cui il passato fa le sue incursioni nel presente e lo condiziona, gli dà forma. A me è piaciuto e lo consiglio, ma aggiungo che, a mio avviso, non è un libro da leggere di fretta, anzi, va "assaporato" con calma; il linguaggio è molto evocativo, magnetico, carico di suggestioni, e durante la lettura mi sono ritrovata spessissimo a evidenziare e riscrivere tanti passaggi significativi e profondi; come un'archeologa, l'Autrice scava con le parole e porta alla luce pensieri ed emozioni sepolti nei recessi della mente della protagonista..
Mah! Io non credo di comprendere il filone letterario di questi nuovi scrittori, ma avendo letto questo e altri libri finalisti o vincitori di premi italiani di quest'anno, non ne promuovo nessuno. Bruttino
Sorprendente, anche per chi aveva già letto “Cade la terra”. Torna il tema dei fantasmi, di luce e ombra, che forse non è altro che il tentativo di disvelarsi, seguito immediatamente dal tornare a celarsi. E si rinnova la fame di amore, una fame inesauribile, governata da una ferrea disciplina, ricercata e derivata dalla logica, dalla mente. Così i capitoli si alternano continuamente tra passato doloroso e presente gestito, in una compressione dei sentimenti che induce ad una riflessione profonda. Il linguaggio come sempre è accuratissimo, la ricerca della parola diventa ossessiva. Viene voglia di abbracciarla la piccola Cloe (e la grande Cloe, grande ma non adulta), e di farle sentire l’affetto dei suoi lettori. Come riesce l’autrice a descrivere il dolore, nessun altro mai. La protagonista disseziona il proprio sentire e il proprio dolore in maniera finissima e accurata, senza mai però volerne ricavare l’origine. E’ come se questa condizione l’avesse intrappolata in una personalissima comfort zone, dalla quale non ha nessuna intenzione di uscire. Non basta però la cupezza dell’immagine offerta al mondo per conservare la maschera, corazza di acciaio temperato. Non è un libro per tutti, bisogna volerlo leggere fino in fondo.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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