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Anno edizione: 2012
Anno edizione: 2012
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Questo libro mi è piaciuto meno de "In un palmo d'acqua", però è comunque una prosa apprezzabile, lenta e interessante, in grado di "far vedere" quanto si legge. La storia è semplice, piana, ma nasconde pieghe ben vive dell'animo umano, come risvolti discreti di un abito che dev'essere, prima di tutto, portato con decenza.
Primo libro di Everett, e penso che ne leggerò altri. Echi di McCarthy (Trilogia della pianura) e anche di J.R. Lansdale (il finale..), ma con uno stile minimalista che lascia stupiti, profondo più di quanto possa apparire. Il personaggio di John Hunt resterà nella memoria, così come il mulo e il cucciolo di coyote.
Romanzo molto piacevole. Indimenticabile il personaggio del cowboy John Hunt. L'autore usa molti dialoghi e questo sta a dimostrare che un buon romanzo può essere costruito anche usando spesso i dialoghi.
Recensioni
Everett è uno scrittore nero americano di sicuro spessore e di notevole vivacità sperimentale. In Ferito lascia però da parte l'appariscente sperimentazione linguistica per affidarsi a una scrittura più tradizionale e comunicativa. La concezione della letteratura che guida il lavoro di Everett è improntata all'impegno morale di decifrazione di sé e del mondo, secondo le modalità specifiche dell'approccio letterario (non è frivola, non è strumentale, non è autoreferenziale). Traendo liberamente spunto da un fatto realmente accaduto, Everett narra dell'assassinio rituale di un giovane omosessuale cui fanno seguito dapprima il suicidio di un suo sodale ingiustamente accusato, poi la sparizione di un terzo omosessuale, le ricerche del quale, affidate alle indolenti autorità locali, non portano a nessun risultato. Viceversa il colto e tollerante ranchero nero John Hunt (personaggio-narrante), amico dello scomparso, seguendo una pista fin troppo evidente, stana i colpevoli e conduce a un finale duro e spietato. In questo romanzo Everett si confronta dunque con una serie di elementi capaci di imporre un diaframma tra la scrittura e la decifrazione della realtà: la cronaca, l'ideologia, le diversità e la rigida codificazione del genere letterario, il western. Con stile asciutto, disadorno, tendenzialmente denotativo, paratattico, per lunghi tratti affidandosi a dialoghi credibili e caratterizzanti, Everett dà vita a una struttura a raggiera nella quale i singoli episodi, pur senza intralciare uno svolgimento denso e serrato, appartenendo comunque a un nucleo comune, mantengono un aspetto "aperto", non immediatamente strozzato nell'imbuto dell'intreccio narrativo. Alla stessa maniera rimangono aperte e non pacificate le opposizioni e le contraddizioni che percorrono tutti i protagonisti della vicenda: persone (narratore compreso), animali e natura, e che inducono a smascherare quanto di implicito e di inconsapevole c'è nel comportamento anche di che è dotato di "intelletto e amore".
Paolo Mantioni
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