Nome d'arte di William Henry Pratt, attore inglese. È una leggenda del cinema, sublimato dall'immaginario collettivo nell'icona corpulenta e barcollante, dalla faccia ricucita, del mostro Frankenstein. I suoi esordi risalgono agli anni '10 in Canada, in compagnie teatrali di giro, e poi sui set statunitensi in forza di un aspetto truce, catalizzato dallo sguardo fisso e inquietante. Specializzatosi in ruoli di villain, gira decine di pellicole finché nel 1931 il regista J. Whale, che sta mettendo mano a una storia della paura ispirata al Frankenstein della scrittrice inglese M. Shelley, cerca il candidato idoneo a essere trasformato nell'orrida, sensibile e infelice creatura assemblata con pezzi di cadaveri e rivitalizzata da un fulmine. La Universal, produttrice del film, punta su questo ancora poco noto caratterista e lo affida al truccatore J. Pierce. Costui, attingendo a studi di anatomo-patologia criminale e a erudite letture sull'imbalsamazione, crea la celeberrima maschera che subito K. perfeziona con le dovute posture meccaniche e l'ineffabile malinconia del viso deforme. Dopo Frankenstein (1931) e La moglie di Frankenstein (1935), sempre di Whale, seguono parecchie altre opere in cui alterna ritorni sempre efficaci del «suo» mostro a sinistri personaggi ai quali riesce a conferire spessore malgrado l'ostentata malvagità, come per es. il redivivo Im-Ho-Tep di La mummia (1932) di K. Freund o il nerovestito vetturino di La jena (1945) di R. Wise. Gli anni '60 lo vedono protagonista nei lavori di R. Corman (I maghi del terrore, 1963) nonché anfitrione del film a episodi I tre volti della paura (1963) di M. Bava, capostipite dell'horror italiano.