Nome d'arte di Henry Bookholt, attore tedesco. Ancora studente di recitazione, inizia a lavorare come doppiatore radiofonico e con piccole parti a teatro. J. Duvivier ne intuisce le grandi potenzialità e lo fa esordire nel cinema affidandogli un ruolo in Marianna della mia gioventù (1954) per il quale ottiene un riconoscimento al Festival di Cannes. Bruno e prestante, dopo vari film di successo viene chiamato a Hollywood, dove ottiene una clamorosa affermazione come uno dei pistoleri di I magnifici sette (1960) di J. Sturges. Il successo internazionale viene confermato dai ruoli di Otto Ludwig Piffl in Uno, due, tre! (1961) di B. Wilder e, in Francia, da quello di Marius in Fanny (1961) di J. Logan. Divenuto attore cosmopolita, lavora molto anche in Italia: è Dino in La noia di D. Damiani, il protagonista in Le meravigliose avventure di Marco Polo (1965) di D. de La Patellière e Alberto in Come, quando, perché (1968) di A. Pietrangeli e V. Zurlini. In seguito lavora molto anche per le televisioni di tutto il mondo (Derrick, 1974 e Fantaghirò, 1994). Fra le sue interpretazioni di rilievo negli anni ’90, da segnalare il gangster sulla via del pentimento in Così lontano così vicino! (1993) di W. Wenders e il dottor Lessing in La vita è bella (1997) di R. Benigni, per il quale ottiene una nomitation per gli Screen Actors Guild Awards.