Regista italiano. Frequenta l'Accademia di Brera a Milano, dove studia pittura, ma si dedica quasi subito al teatro come scenografo, e successivamente al cinema, dove si misura anche con la sceneggiatura e come aiuto-regista. Passa dietro la macchina da presa nel 1946, girando il documentario La banda d'Affori. Dirige poi altri corti e mediometraggi, tra i quali Omaggio a una città (1951), Montecristo (1954), Bambini soli (1955). Nel 1960 dirige il suo primo lungometraggio a soggetto, Il rossetto, cui segue nello stesso anno Il sicario, opere che rivelano un certo gusto nella messa in scena di atmosfere giallo-poliziesche, che affina nel suo cinema successivo. Del 1962 è L'isola di Arturo (da E. Morante), opera di delicata introspezione psicologica. La noia (1963), tratto da A. Moravia, risulta invece deludente. Al contrario, La rimpatriata (1963), protagonista un sorprendente W. Chiari, girato quasi tutto nella Milano notturna del boom economico, è una sorta di ballata amara sul fuggire della vita e sulle illusioni perdute. In seguito dirige un'altra trentina di film, specializzandosi in un genere poliziesco del tutto peculiare – tra il «milieu» mafioso e la corruzione di certi ambienti della giustizia – quali Il giorno della civetta (1968), dall'omonimo romanzo di L. Sciascia, L'istruttoria è chiusa: dimentichi (1971), Perché si uccide un magistrato (1974), Pizza Connection (1985) e il primo episodio della fiction televisiva La Piovra (1984). Non tralascia comunque incursioni in altri generi: il western all'italiana con Quien Sabe? (1967), il gotico con La strega in amore (1966), il drammatico con La moglie più bella (1970), debutto della giovanissima O. Muti nel ruolo di una ragazza siciliana che non accetta più di sottostare alle regole della «sedotta e abbandonata», il farsesco con Un genio due compari e un pollo (1975), lo storico-allegorico con L'inchiesta (1987). Nel 2000 dirige l'ex campione di sci A. Tomba nel goffo e poco meritevole Alex l'ariete, e due anni dopo realizza Assassini dei giorni di festa, acida commedia noir sul rapporto tra realtà e finzione interpretata da C. Maura e ambientata nell'Argentina degli anni '50.