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Uno degli aspetti più interessanti del bacio è, secondo Ricordi, il fatto che possa essere considerato un dono e al tempo stesso un linguaggio universale che unisce due persone, la quintessenza dell’amore. È interessante anche il fatto che il bacio sia legato non alla genitalità, ma alla bocca, il bacio coinvolge la bocca cioè l’organo che ci permette di parlare, l’organo attraverso il quale si esprime il linguaggio. Tuttavia, una leggerezza che commette Ricordi è quello di ritenere la fenomenologia del bacio come una fenomenologia universale, mentre sappiamo che molte culture non ammettono il bacio tra le loro pratiche connesse con l’amore, l’affettività o con la sessualità e che addirittura lo trovino disgustoso. La conclusione dell’autore è che attraverso il bacio, la sua possibilità etica, in fondo, si esprime un inno alla vita, secondo un legame che dal bacio conduce all’amore, alla relazione coniugale, alla progenie e, infine, alla vita. L’ultima parte del testo è dedicata alla critica di una contemporanea visione dell’amore e del bacio: ciò che si mette in discussione è il fatto di concepire il bacio come qualcosa di frivolo, il fatto che i giovani di oggi non concepiscano il bacio come tradimento, perché sopraffatti da una società che ha fatto dello spettacolo pornografico la sua bandiera e da cui i giovani non saprebbero difendersi. L’invettiva contro l’attuale società, giudicata “superficiale”, dominata dalle “crisi d’identità”, “devastante”, forse risulta eccessiva, come anche non si comprende il riferimento surrettizio «al senso del divino che il bacio in bocca da sempre ci ha regalato»: in nome della libertà che l’amore rappresenta, forse bisognerebbe essere disposti ad accordare libertà anche ad altre concezioni dell’amore e del bacio.
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