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Anno edizione: 2014
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Dodici racconti per amanti del genere, per amanti di racconti metaforici dove è necessario scavare per cogliere il messaggio più profondo dell'autore. Dodici racconti che hanno lo stesso filo conduttore, occorre solo coglierlo. La penna dell'autore, Alessio Gazzotti è molto elaborata,ha uno stile ricercato e mai banale. Altro piccolo particolare su cui voglio soffermarmi è che questa raccolta è stata messa sotto il genere horror; ebbene non fatevi spaventare da questa categorizzazione. Di horror c'è poco a mio parere. Quello che mi hanno suscitato alcuni racconti sono state sensazioni di ansia; i protagonisti di alcuni racconti spesso si trovano in situazioni sul filo del rasoio, al limite, al confine tra la vita e la morte. Prendere delle decisione a volte si rivela fatale e per questo l'ansia cresce. Ma possiamo sempre scegliere il nostro destino? Tornando al genere dei racconti diciamo che c'è molta varietà poiché troviamo il genere mainstream e troviamo anche elementi storici. Quindi un libro adatto a tutti i lettori, perché può soddisfare i gusti di molte persone. Suggerisco certamente la lettura attenta e centellinata per gustare al meglio quest'opera e i suoi significati più profondi.
Dodici racconti in cui viene affrontato, secondo diverse prospettive, il momento della fine. Il dubbio amletico è sempre il medesimo: esiste il destino, quindi succede quello che deve accadere, o il libero arbitrio permette di scegliere e quindi siamo artefici del nostro destino? I racconti sono molto diversi e non necessariamente la parola fine coincide con morte (anche se nella maggior parte dei casi essa ha comunque un ruolo primario). La guerra, osservata in diverse epoche e circostanze, offre i migliori spunti di riflessione (Lo sbarco, Il messaggio, Tabulati, Punto d'impatto). Non mancano i riferimenti mitologici (Atlandide, Le linee del sole) e vi è anche una interessante e originale versione romanzata della morte di Vincent Van Gogh (Campi di grano). Il giorno in cui ritornammo a veder le stelle (bella citazione Dantesca) e Giusto in tempo hanno un risvolto paranormale, mentre Cambio letto, Ascolta un amico e Non è meraviglioso? sono reali e attendibili in modo inquietante. Probabilmente proprio questi racconti hanno determinato la scelta della categoria horror. Basta aprire un quotidiano qualsiasi in un giorno qualunque per trovare conferma al fatto che c'è più orrore è nella vita di tutti giorni, che non nel fantasy più truculento e sanguinario. La mia personale "Palma d'oro" per il racconto migliore va a Tabulati. Se da un lato sembra dimostrare che la bilancia penda più dalla parte del destino, che da quella del libero arbitrio, dall'altro lascia intendere che la rigida applicazione delle regole ha dei pericolosi effetti collaterali. Quindi il libero arbitrio e, soprattutto, l'istinto andrebbero sempre seguiti.
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