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Finzioni (1935-1944) - Jorge L. Borges - copertina
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Descrizione


L'opera è divisa in due parti. Temi ricorrenti sono: l'universo come serie di processi mentali o come biblioteca infinita; il destino dell'uomo dominato dal caso; le qualità umane contrapposte a quelle divine. In tutti i racconti domina una problematica filosofica sottesa ad un intreccio narrativo complesso. La letteratura come "finzione", come riflesso e chiave di lettura del mondo.
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Dettagli

1985
160 p.
9788806583620

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Marco
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All'eccellente commento di Romano de Marco toglierei solo l'aggettivo 'sconfortante'. Vicini a Pasqua, suggerisco l'ultimo racconto 'Tre versioni di Giuda'. Inoltre 'Il miracolo segreto', 'La morte e la bussola'(spesso premiato come miglior racconto giallo mai scritto), 'Le rovine circolari', 'Pierre Menard autore del Chisciotte', 'Il giardino dei sentieri che si biforcano' sono capolavori assoluti, vertici del genio umano. Chi ha sete dei piaceri dell'intelletto troverà una fonte sorgiva incessante, e non solo!

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Romano De Marco
Recensioni: 5/5

FINZIONI è una lettura che ha in sé qualcosa di magico e sconfortante allo stesso tempo. Undici racconti divisi in due sezioni che affrontano temi come la scrittura, lo scorrere del tempo, la memoria, la finzione, la morte. Borges mischia queste carte con un virtuosismo sconcertante in pagine dense di simbolismi e complesse strutture geometriche dove la cultura classica si interseca con la conoscenza della matematica, delle scienze occulte, della filosofia orientale, della teologia, del fantastico. Ogni racconto, ogni pagina, aprono alla mente orizzonti sconfinati e molteplici chiavi di lettura in una forma letteraria tanto complessa quanto soave e facilmente accessibile al lettore. Una specie di miracolo di complessità resa fruibile da chiunque. In questi racconti la finzione, la dimensione fantastica, assumono una importanza centrale nella ricerca dell’uomo del superamento dei propri limiti imposti dalle convenzioni sociali e culturali, diventano quasi più reali della realtà stessa, in un gioco illuminato e illuminante che l’autore compie insieme al lettore dando sfoggio di una ricchezza culturale ed umana immensa. Ma non c’è, in Borges, compiacimento per questa ricchezza, non c’è sfoggio di superiorità nei confronti del lettore, né la cattiveria di colpirlo e disorientarlo con i propri argomenti. C’è, piuttosto, molto rispetto e la volontà di condividere un percorso “magico”, sospeso fra realtà e finzione. Una lettura IMPERDIBILE…

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alberto tarable
Recensioni: 5/5

"La Biblioteca di Babele" non e' un'allegoria. (Nelle "Altre Inquisizioni" Borges si pronuncia contro le allegorie.) La figurazione dell'Universo tramite un numero infinito di sale esagonali, nelle quali e' contenuto un numero sempre uguale di scaffali, su cui e' disposto un immutabile numero di volumi, nelle cui pagine si ritrova lo stesso numero di caratteri, e' per Borges una rappresentazione realistica della realta', oltreche' di Borges. Lo immaginiamo in una di queste sale, o pozzi, la mano che corre su uno di questi indecifrabili libri, forse insensato, forse la "Divina Commedia", con un piacere che non diminuisce la cecita'.

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Jorge L. Borges

1899, Buenos Aires

Di famiglia benestante e colta, originaria in parte dell’Inghilterra (imparò prima l’inglese che lo spagnolo), dal 1914 al 1919 visse in Svizzera. In seguito, fino al 1921, fu in Spagna, dove scrisse tre manifesti di adesione all’ultraismo, apportandovi la conoscenza dell’espressionismo tedesco, nonché una nota di rigore e d’asciuttezza quasi anglosassone. Tornato in patria, pubblicò tra il 1924 e il 1925 tre numeri della rivista «Proa», con la collaborazione di Ricardo Güiraldes e di altri. Dal 1924 al 1927 collaborò a «Martín Fierro», rivista d’avanguardia che determinò una sorta di svolta generazionale: il movimento di Florida, o «martinfierrista», poi confluito nella rivista...

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