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Testo che affronta sopratutto il tremendo problema della mancanza di libertà(il carcere), ma in queste pagine la scrittrice ha saputo sviluppare anche altre tematiche parallele, cioè: il pensiero e la quotidianità delle secondine e la curiosità di una studentessa che ambisce a sviluppare le sue conoscenze attraverso la frequentazione dei detenuti. Devo dire che se all'inizio i 3 temi sono paritari, poi pagina leggendo Gloria(la protagonista) e le sue traversie prendono decisamente il sopravvento e il romanzo procede narrando di quello che le avviene. Molto intensi i dialoghi tra le detenute, molto attente e crude le descrizioni della vita di carcere(il caldo insopportabile, l'esultanza per l'Italia vittoriosa ia Mondiali, la rabbia x l'uccisione del piccolo Tommy etc). Quello che mi ha colpito di più del testo è :l'analisi interiore della protagonista, il metabolizzare l'avvenimento terribile che l'ha portaa in cella, i difficili rapporti con sua madre e il perdono di suo padre, e le splendide digressioni tra detenute. Mi ha un pò disorientato invece all'inizio l'aproccio con con gli altri protagonisti del testo, lì secondo me il libro ne risente un pò. Comunque lbro da proporre sicuramente
questo libro è davvero affascinante: con una capacità espressiva molto spiccata, l'autrice riesce, senza troppi ed inutili giri di parole, ad arrivare sempre all'obiettivo, che sia la mente o che sia il cuore. Io, che per deformazione professionale sono attratta dalle tematiche sociali, trovo che abbia un modo semplice ma allo stesso tempo "geniale" di affrontare argomenti delicatissimi, modo che permette di catturare l'attenzione del lettore fino all'ultima riga.
Ho acquistato questo libro perchè conosco l'autrice, ma onestamente non mi aspettavo di trovarci dentro quello che poi ci ho trovato; col suo racconto così schietto e umano mi ha fatto cambiare il punto di vista su parecchi aspetti del mondo carcerario. Poi questa sovrapposizione tra il racconto di fantasia e la documentazione di ciò che è accaduto durante le visite al carcere di Como mi è piaciuta davvero molto. Brava Miriam!
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