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Frane e territorio. Le frane nella morfogenesi dei versanti e nell'uso del territorio - Antonio Vallario - copertina
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Frane e territorio. Le frane nella morfogenesi dei versanti e nell'uso del territorio - Antonio Vallario - copertina

Dettagli

1992
1 gennaio 1992
Libro universitario
556 p.
9788820722067

Voce della critica


scheda di Tozzi, M., L'Indice 1993, n. 8

Se vi trovate a passeggiare per Posillipo o per il quartiere Stella a Napoli non sentitevi troppo tranquilli. Oltre il 60 per cento della popolazione lavora e vive ogni giorno su cavità sotterranee - anche imponenti -, ereditate da secoli di saccheggio indiscriminato del sottosuolo, che hanno reso precaria la stabilità di edifici e strade e poco sicuri i cittadini. Il solo capitolo (peraltro riportato in appendice) dedicato agli sprofondamenti e ai crolli delle cavità ipogee artificiali nel Napoletano, rende appetibile questo ponderoso testo-manuale anche per quel lettore spinto dalla sola curiosità per i fenomeni naturali. In realtà si tratta di un volume in cui - anche attraverso numerosi approfonditi esempi tratti dalla disastrata realtà italiana - gli enti pubblici e privati che si occupano di ambiente, gli uffici tecnici delle amministrazioni locali, gli studenti di geologia, di architettura e di ingegneria e gli interessati al territorio possono trovare alcune importanti risposte in termini di rischio geologico e sicurezza globale. La parte strettamente conoscitiva del testo è costruita - è scritta - in maniera piuttosto tradizionale e risulta di lettura difficoltosa se non si hanno pressanti motivi di studio: il tono accademico, e necessariamente schematico, ne fa un libro di testo di buon livello sullo specifico dei movimenti franosi, in cui vengono forniti gli elementi geotecnici indispensabili a chi voglia comprendere i meccanismi del dissesto. La differenza rispetto ai testi italiani esistenti affiora - invece - decisamente nella seconda parte, attraverso alcuni capitoli di aggiornamento nel campo della geologia applicata. Le deformazioni gravitative profonde nei versanti, le frane per colamento (curati con linguaggio moderno e appropriato da ricercatori esperti), il censimento dei fenomeni franosi e la costituzione di archivi elettronici regionali per il controllo automatico dei dissesti rispondono a criteri di modernità e vengono illustrati con esempi approfonditi, tenendo conto anche dell'impatto sociale che le frane possono avere e sottolineando la cronica latitanza dell'amministrazione centrale anche in presenza di studi specifici. Le frane esistono da sempre: quelle che provocano danni al giorno d'oggi - soprattutto in Italia - sono riattivazioni di vecchi stati di dissesto spesso già conosciuti ampiamente dai geologi e addirittura illustrati nei libri di testo (come la frana di Ancona del 1982 o quella della Valtellina del 1987). Conoscere i loro meccanismi e le loro forme non è solo una necessità per le autorità preposte, ma anche una forma di impegno per tutti perché certi errori non si ripetano.

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