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Al suo secondo film, il regista Tze Chun, è stato capace di mantenere tutte le promesse girando un noir molto interessante che non ha avuto secondo me la necessaria diffusione per essere apprezzato come merita. Sia ben chiaro: non siamo davanti ad un capolavoro, ma semplicemente davanti ad un film certamente superiore alla media dei tanti film che riempiono le serate dei cinefili seduti a guardare la TV. Lo schema non è innovativo e vi troviamo i soliti ingredienti classici: un malloppo da trasportare e consegnare senza sgarrare. Un viaggio lungo le strade americane che portano alla frontiera canadese; l'intoppo imprevisto, l'ostaggio necessario (per il corriere, ovvio) quando la situazione si complica e il corriere senza scrupoli e di poche parole. In questo caso affiancato da uno scagnozzo troppo impulsivo e poco prudente. Gli elementi giusti quindi ci sono e spetta al regista saperli gestire e dosare, e ho trovato che Tze Chun ci sia riuscito. Ciò che domina il film è la tensione, mai altissima ma dosata in maniera intelligente e continua, nel senso che non ci sono momenti con grandi punte ma la senti, è continua, sai che qualcosa può succedere da un momento all'altro, anche per merito delle caratterizzazioni dei personaggi. Inutile dire che la presenza di Bryan Cranston, qui con un paio di occhiali da sole per celare una incipiente cecità che gli rovinerebbe la sua "carriera", è magica e dà maggior tensione con il suo carisma e il suo modo di recitare, ma anche la bionda Alice Eve se la cava egregiamente. Mentre i momenti di instabilità riescono efficacemente a darli sia l'imprevedibile Robin Lord Taylor (l'autista) sia il più noto Logan Marshall-Green, nel ruolo del poliziotto locale ma corrotto e deviato mentalmente. Buon film che va assolutamente recuperato.
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