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L'ufficiale dell'esercito asburgico Franz Tunda, che poi altri non è che l'autore stesso, in una fuga senza un chiaro perchè, dalla Siberia a Parigi. Egli diventa un nomade,spogliato e privo di tutto: soldi, rango, titolo, professione; spettatore della disgregazione di un mondo antico e l'ascesa di nuovi poteri che daranno poi il via ai totalitarismi che porteranno alla catastrofe della Seconda Guerra Mondiale. La lettura ci è risultata pesante e "ferma", non c'è quel ritmo incalzante per cui il lettore va avanti spedito fino alla fine per vedere il finale; gli avvenimenti sono portati avanti in un incedere statico, per nulla coinvolgente; il linguaggio e i termini adoperati (almeno nella traduzione) sono capibili, ma lo stile e la costruzione delle frasi non sono del tutto comprensibili e risentono parecchio di certe ampollosità ottocentesche, tanto è che ci siamo dovuti fermare più volte.... non accade nulla di veramente sconvolgente, un episodio o più episodi per poter dare un senso e una svolta decisiva al tutto: si rimane in un limbo, in perenne attesa di qualcosa. Appaiono come funghi variopinte figure femminili, che non si capisce bene ne' il ruolo e ne' cosa possono rappresentare nel concreto per il protagonista... Tuttavia una cosa che ci è piaciuta è la descrizione che fa in vari frangenti di certa aristocrazia e di certi radical-chic viziati già esistenti (!!!)....elementi che possiamo riscontrare nella realtà odierna in abbondanza. "...gli uomini viziati, che stanno bene e sono così immuni dal contagio della povertà che presso di loro fioriscono le virtù prodigiose: la comprensione per la povertà, la misericordia, la bontà d'animo e persino la mancanza di pregiudizi" (Pag. 129). E la descrizione della città di Berlino, attraverso la quale si capisce bene il futuro che poi ha avuto questa città e di come sia andata di moda specialmente negli ultimi anni: "Questa città ha avuto il coraggio di essere costruita in uno stile orribile e questo...
La dissoluzione di un Impero nella dissoluzione del sentimento amoroso di Franz Tunda. Meraviglioso.
È il racconto, in parte autobiografico, che narra le vicende di Franz Tunda, dapprima ufficiale dell’esercito asburgico, poi – dopo la sconfitta dell’Impero e la prigionia in Siberia – rivoluzionario a fianco delle Guardie Rosse, infine vagabondo per l’Europa ridottosi a essere uno svuotato «straniero in questo mondo», come si autodefinisce, privo oramai di identità, di requie, di principi e diritti, estraneo a quella società che aveva lasciato per andare al fronte e che ora lo respinge come un intruso, uno scarto, una nullità. Nel raccontare le peregrinazioni di Tunda l’Autore traccia una breve e inquietante descrizione di Berlino e un’altra, magica e poetica, di una Parigi all’alba, un ritratto che fa a gara con le raffigurazioni di Simenon. Come al solito Roth suggestiona il lettore con la profondità delle sue riflessioni.
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