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Anno edizione: 2022
Anno edizione: 2012
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Per Krugman, la soluzione per uscire dalla Grande Recessione esiste ed è a portata di mano: ma è necessario che i nostri leader politici trovino la lucidità intellettuale e la determinazione necessarie.
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purtroppo ancora attuale, questo libro conferma la sua validità di ciò che si dovrebbe e potrebbe ancora fare! semplice, quasi sempre, porta avanti la nostra conoscenza con piccoli capitoli ed esempi illuminanti, dove la logica economica sembra cedere a criteri soggettivi e/o interessi finanziari... per tutti utilissimo.
Il Premio Nobel Paul Krugman traccia il quadro dell’economia mondiale di questo decennio paragonandola alla Grande depressione degli anni ’30 dello scorso secolo così come la delineò Keynes, economista che – assieme a Fisher e Minsky delle cui teorie Krugman si riconosce debitore – verrà più volte rievocato e difeso dagli attacchi di una certa corrente “keynesfobica”. L’Autore, con linguaggio brillante e accessibile e ricorrendo a metafore esplicative, dapprima si concentra analizzando l’evolversi della crisi negli Stati Uniti, il ruolo della FED, i risultati del “paradosso della parsimonia” (quello del buon padre di famiglia in una situazione di difficoltà, che per anni è stato propinato per far ingoiare l’austerità), l’assenza di regolazione del sistema bancario. Quanto all’Europa, il Nobel confuta la lettura che si è voluta dare della crisi del Continente. Secondo la linea di pensiero che ha imposto l’austerità, l’irresponsabilità fiscale sarebbe alla base della crisi; a giudizio di Krugman un tale approccio è moralistico e sbagliato, e perciò sono sbagliate le ricette adottate. Con ciò l’Autore non mette in discussione il processo (che definisce “nobile”) di integrazione europea, ma nel tratteggiarne l’evoluzione sottolinea l’errore di aver voluto creare in assenza di condizioni una moneta comune. Allo stato dei fatti, Krugman sostiene che «ridurre la spesa pubblica di fronte a questa depressione non farà altro che peggiorarla», affermazione con la quale concordano altri economisti di fama.
Krugman ha la grande dote di trattare temi complessi con chiarezza di linguaggio. A mio avviso talvolta eccede nelle semplificazioni, e mi riferisco alle soluzioni da lui proposte. La maggiore incongruenza che trovo, anche in altri suoi scritti, è una eccessiva influenza della sua "visione politica" sulle valutazioni più squisitamente macroeconomiche. Detto ciò il libro in oggetto è interessante.
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