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Libro straordinario. Di una magnificenza assoluta. Da leggere per capire esattamente cosa vuol dire abbandonare la propria terra con l'illusione di una vita migliore.
Una sola parola: capolavoro!
Il mio commento sarebbe inutile se solo si aggiungesse alle lodi meritatissime che questo capolavoro della letterratura mondiale merita senza alcuna esitazione. Ma desidero aggiungere, richiamando il commento di un lettore che ha giustamente notato pecche nella vecchia traduzione che, finalmente, la Bompiani ha pubblicato una nuova traduzione che rende pienamente onore al testo originale. Non è come leggere l'inglese volutamente "paesano" di Steinbeck, ma è sicuramente un notevole passo in avanti. Dopo i decenni trascorsi dalla prima lettura, rileggere nuovamente Furore in questa nuova versione non mutilata dalla censura fascista e redatta nel linguaggio contadino della famiglia Joad, è stato come leggere un nuovo romanzo. Ma definirlo romanzo è riduttivo; Furore ha il sapore di un'epopea, la grandezza del dramma e la struttura della tragedia greca, pur esprimendosi nella lingua povera dei diseredati del tempo. E desidero aggiungere che la chiusura delle sue pagine indimenticabili, con l'affresco di una fanciulla che offre il suo seno ad un moribondo per nutrirlo dopo aver perso la sua creatura, si può paragonare per intensità alla Pietà di Michelangelo; quella nel marmo, questa con le parole, riescono a esprimere sentimenti fortissimi e struggenti, che non possono non farci riflettere,e anche un insegnamento: persino nel buio più buio un diseredato non ritirerà mai la sua mano da chi sta peggio di lui; un uomo opulento forse sì, ma i diseredati no, ed è la lezione più bella che Steinbeck ci offre. È imperdibile!
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