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Billy Corgan ha un grande talento per la musica, ma spesso è caduto in tanti errori: anche se la musica moderna cambia, tanti altri gruppi non si sono mai arresi (U2, The Cure) ed hanno continuato fregandosene delle varie Britney Spears e similari. Invece lui scioglie il gruppo, lo riforma, fa il cantante solista, fa un disco misto rock/elettronica e poi un'altro acustico (chiatarra e pianoforte) e poi riforma gli Smashing e va in tour mondiale. Secondo me ha distrutto un giocattolo che poteva essere migliore ma che poi si è smontato a causa del suo ego. Questo è un buon album, ma mi aspetto molto da un artista come lui.
ALL THINGS CHANGE. Il primo lavoro ufficiale da solista di William Patrick Corgan, detto Billy, esordisce con queste tre parole: "all things change". Sembra che l'ex Smashing Pumpkins, ed ex Zwan, ci voglia suggerire che in effetti non serve a nulla rimanere legati ai fasti del passato, per quanto lodevole, ma bisogna tirare avanti, "try to hold on" era il leitmotif proprio di uno degli ultimi singoli firmati SP. Ora Corgan ci offre ud lavoro molto interessante, che sembra accantonare la stanca e scialba esperienza zwan, per ricollegarsi ad un certo sound sp che era già stato abbozzato da canzoni come "daphne descends", "apples+oranges" e "raindrops and sunshowers": il suono di queste canzoni, come del resto di molte del nuovo disco, è spazioso, ampio e profondo allo stesso tempo, suoni che sembrano provenire da galassie lontane ma che scavano nell'anima. Siamo lontani dalle grintose distorsioni di Siamese Dream, ma ci sono degli ottimi germi che promettono un buon sviluppo. Tutto il sound di questo cd è rock, ma allo stesso tempo ha di quel freddo e distaccato tocco offerto dall'elettronica, pro tools e una produzione intelligente, non a caso affidata al solito Moulder (non di X-Files, per quanto certi suoni alieni lo lascino pensare). Corgan è aggressivo ("Walking Shade", "Mina loy", "A100"), malinconico e commovente ("To love somebody", cover Bee Gees con backing vocals niente meno che di Robert Smith), sfrutta lontanamente scale cinesi ("Pretty, pretty star"), e la bella e giustamente vuota "Strayz" conclude il suo primo ingresso nel mondo degli artisti solisti, per quanto forse Corgan sia sempre stato solista, dai tempi dei Marked fino agli Zwan, avvalendosi di suonatori-sudditi-spesso-svogliati (siamese l'ha registrato tutto lui), ed cucendosi addosso l'icona di "Billy il tiranno". Ma se i risultati sono questi, allora ben venga il malinconico regno di sua maestà Zucca Spappolata. L.L. (leonida9@virgilio.it)
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