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Anno edizione: 2018
Anno edizione: 2019
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L’ antologia de: “Le Gemme della Memoria", è introdotta e tradotta mirabilmente da Stefano Pellò. È un'antologia perché il testo in italiano presenta “solo” le due sezioni centrali, la seconda e la terza, delle quattro che compongono l'opera. ‘Awfi’, l'autore dell'opera, appartenente all’ultima generazione di intellettuali musulmani ad avere avuto accesso alla rete delle grandi biblioteche centrasiatiche prima dell’invasione mongola, nasce a Bukhara, attuale Uzbekistan, in un’illustre famiglia, intorno al 1175 d.C., e terminerà i suoi giorni a Delhi (India) tra il 1232 e il 1233. Scrittore persiano dell'Asia Centrale, dopo aver concluso i suoi studi nella città natale, viaggia per circa vent'anni come letterato di corte itinerante e provvisto quindi di una biblioteca che si portava dietro, prestando i suoi servigi ai vari potentati che incontrava sul suo cammino. Incontra maestri, scrittori, pensatori, uomini politici, che gli permettono di ampliare ulteriormente le sue conoscenze e competenze, sì da raccogliere un ampio materiale: storico, narrativo, educativo e biografico, che poi preserverà nelle sue opere. Entra in contatto con il mondo dei nadim, i consiglieri-confidenti di corte, custodi del "buon gusto”, ma anche con poeti, medici e astronomi. Il tutto in un contesto storico segnato da grandi cambiamenti culturali, in particolare a causa dell’affermarsi dei Turchi selgiuchidi, tra XI e XII secolo. Il termine del suo peregrinare sarà il subcontinente indiano. Il lavoro di ‘Awfi’ ci restituisce una visione universalistica del passato, che abbraccia l’india e la Cina passando per Roma e l’Iran, ma senza disdegnare il tempo presente, attraverso quattro momenti base: il raccogliere (jawami’), il raccontare (hikayat), l’abbagliare (lawami') e il trasmettere (riwayat).Un passato fatto anche di oralità. Obiettivo della sua opera fu principalmente quello di fornire un valido strumento per educare i principi Turchi, all'alba di una nuova civilizzazione.
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