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Ho sempre identificato il nazismo con l'orrore dell'Olocausto. Da questo libro ho capito che, ahime', fu molto di piu' e molto peggio. Attraverso ricordi personali, ritratti di alcuni personaggi chiave, da Albert Speer, l'architetto del regime, a Traudl Junge, una delle quattro segretarie di Hitler, fino alla descrizione della Germania durante il regime e di quella attuale, la Sereny prova a capire come gli uomini del nazismo siano potuti umanamente arrivare a commettere simili atrocita'. E, dall'immediato dopoguerra, gli sforzi fatti dai tedeschi per perseguire, condannare e far conoscerere alle future generazioni un cosi' tragico passato . Fino ai giorni nostri, cinquanta anni dopo, dove la vergogna del nazismo pesa ancora come un spada di Damocle sulla testa dei tedeschi. E chissa' per quanto tempo ancora. Da leggere, senza dubbio.
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Gitta Sereny, di origine ungherese, è nata a Vienna nel 1923 in un ambiente molto benestante. Dopo i primi anni austriaci, paese con cui manterrà sempre un rapporto privilegiato, girerà per l'Europa e gli Stati Uniti con grande indipendenza, prima in scuole prestigiose, poi in impieghi umanitari, spesso rischiosi.
Al termine del secondo conflitto mondiale Sereny si trasferisce in Gran Bretagna con il marito fotografo e inizia un'importante attività di ricerca che la farà diventare una giornalista di punta, in particolare in due ambiti specifici: la Germania nazionalsocialista e le sue conseguenze, e i bambini assassini (Grida dal silenzio. Storia di una bambina, Rizzoli, 1999).
In Germania. Il trauma di una nazione l'autrice parte da alcuni episodi autobiografici, per collegarsi a momenti chiave dell'ascesa e della disfatta del Terzo Reich e alla fase successiva di chiarificazione e sanzione legale. La raccolta è un riuscito rimaneggiamento di articoli e saggi già pubblicati sulla stampa inglese o in volumi: per ogni pezzo selezionato Sereny mette in luce la metodologia adottata e illustra il difficile lavoro di individuazione, composizione e verifica delle informazioni e delle fonti, operazione essenziale data la delicatezza dei temi trattati.
I capitoli più interessanti descrivono la situazione degli orfani nella Francia occupata, bambini di cui Sereny si prese cura giovanissima; alcuni personaggi della resistenza francese, con cui lei stessa instaurò legami al punto di dovere abbandonare il paese per paura di un arresto; la condizione dei rifugiati e dei campi di raccolta dell'immediato dopoguerra, che Sereny conosce bene in quanto nel 1945 era in Europa con l'Unrra (United Nations Relief and Rehabilitation Administration). Tra gli episodi più conosciuti si possono citare le interviste con il comandante di lager Franz Stangl, confluite nel volume In quelle tenebre (Adelphi, 1975), l'episodio dei diari falsi di Hitler, apprezzabile per la descrizione dell'ambiente in cui ha luogo la "scoperta", l'intervista a Reni Riefenstahl, il processo israeliano a John Demjanjuk, il caso della pesante eredità dei "figli del Reich" (a partire da Martin Bormann junior).
Naturalmente trovano anche ampio spazio le interviste all'architetto e ministro Albert Speer (In lotta con la verità. La vita ed i segreti di Albert Speer, amico e architetto di Hitler (Rizzoli, 1995). A questo riguardo, se il volume Germania. Il trauma di una nazione in generale si dimostra una lettura piacevole e curiosa, non convince nel momento in cui l'autrice attinge continuamente, ma non sempre a proposito, a osservazioni di Speer per suffragare o smentire gli episodi più disparati del Terzo Reich.
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